venerdì 12 febbraio 2010

AVATAR - Il post semilungo (c'ho messo pure del fango).

Uao! (in Italiano si dice così).

Ho un po' di tempo libero e voglia di scrivere quindi ora vi beccate un post lungo e probabilmente noioso, nella speranza che qualcuno arrivi fino in fondo e addirittura si interessi ai link.
L'argomento, o il pretesto per scrivere, è AVATAR di James Cameron.

Tanto tempo fa, prima che dIo inventassi la Polonia ho avuto la fortuna di fare teatro e forse la cosa più altisonante che mi è capitata è stata di partecipare ad un festival nel quale c'era pure Bustric.

Sigh, è stato lo spettacolo in cui mi sono accorto che lo spettatore in me era morto. Ho sempre avuto il vizio di non fare quello che la gente vuole che io faccia, come costringermi a studiare geografia, i disegni di Lucarelli... ho sempre l'opposto del contingente sulla punta della lingua. Sono il pazzo che quando il saggio indica la luna... guarda il dito! E lo faccio di proposito. Cerco l'alternativa e le ragioni che non saltano all'occhio, ma che potrebbero giustificare un'evento che altri si sono già spiegati o che danno per scontato.

Potete definirmi come volete Bastian Contrario, sognatore, testa-fra-le-nuvole, fesso. Comunque sia è così.

Tornando a Bustric, ma anche a tutti gli altri spettacoli che ho visto durante quel festival, mi sono accorto che non guardavo più “lo spettacolo”. Io ved(ev)o (cazzo sono un Na'vi anch'io!) le tecniche, i movimenti, il "come" gli attori facevano questo e quello.

Bustric poi faceva giochi di prestigio. Un uomo di spettacolo navigato. Non posso dire di aver capito i suoi trucchi, per carità. Ma riuscivo ad anticiparli, sapevo quando stava per tirar fuori qualcosa, quando ne stava preparando un'altra e quando invece si stava rilassando (naturalmente se ci si mette frega pure me eh?). Insomma osservavo il ritmo del suo spettacolo e le battute con le quali distraeva il pubblico mentre faceva i suoi movimenti segreti. Bravo non c'è che dire. Ma il mio spettatore interno era bell'è morto. Ed io non lo assecondavo, non mi lasciavo guidare.

Che c'entra con Avatar? Belli miei è il mio blog, non un sito di recensioni di film quindi il mio vissuto ha sempre la precedenza.

Anche guardando un film mi piace osservare i dettagli, i contorni della scena, è lì che sta la differenza secondo me. Dettagli coerenti con l'azione principale che sanno dare organicità e spessore ad una narrazione per me sono fondamentali. E per dettagli non intendo le minuzie e i particolari... anche una rappresentazione minimalista ha i suoi dettagli.

Fatto sta che avevo sentito parlare troppo bene del 3D di Avatar e per quanto sia strafigo ha il tremendo difetto di non farmi vedere i dettagli! In ancora troppe scene, se lo spettatore sposta lo sguardo su un oggetto fuori fuoco (che il regista ha trascurato nel montaggio per dare priorità al soggetto principale) tutta la magia svanisce, qualcosa non va, il coinvolgimento e l'immersione che mi aspettavo dal 3D si annullano è il tuo occhio ha una sorta di conato perché la definizione di quell'oggetto che il tuo cervello si ostina a fissare è al di fuori della propria portata (tutto ciò mi ricorda Batou che si allaccia al Maggiore mentre lei stava bellamente facendo sesso: inizia a ricevere tutto il flusso di dati sensoriali del maggiore. Solo che Batou è maschio e il suo cervello non sa come gestire le sensazioni di un organo con cui non ha mai avuto a che fare... i cultori sanno come finisce la scena).

Insomma diventa chiaro che ci si trova davanti ad una finzione. Sfuocata per giunta.

Giudizio finale sul 3D: Clamoroso, ma non mi ha appagato.

Passiamo alla trama. Avatar : Pocahontas = Balla coi lupi : L'ultimo samurai (potete pure divertirvi a cambiare l'ordine degli elementi... la proporzione rimane sempre valida, Icco' sarebbe fiero di me).

Credo che tutto il pubblico oltre i 10 anni possa convenire che la trama non fosse nulla di nuovo.

Quando “Il Gladiatore” uscì nelle sale tutti i “latini” storsero un po' il muso di fronte a degli “aggiustamenti” della storia fatti da un esterno (Hollywood) che su quella storia non vanta alcun diritto. Certo si dice sempre che la Storia degli Americani (USA) sia piuttosto inconsistente, se non altro perché breve se paragonata a quella del vecchio continente.

Però perché ci siamo scandalizzati solo quando la “nostra” Storia viene tirata in ballo? E' forse possibile che in realtà il Cinema stravolga anche le altre Storie senza che noi ce ne accorgiamo (perché non ci sono familiari).

E se questi Americani non hanno una Storia cui attingere come fanno a parlare di sé stessi?

Bhè lo fanno, secondo me, con tutti i film di cui sopra.

Il denominatore comune di queste trame è il bisogno un po' infantile, un po' arrogante e completamente giustificabile del cosiddetto uomo bianco di espiare le sue colpe.

Cito io9 (traduzione grossolana):

"Questi sono film sulla "colpa bianca". Il nostro protagonista bianco capisce che complice di un sistema che sta distruggendo gli alieni, cioè le persone di colore – la loro cultura, il loro habitat e la loro gente. I bianchi se ne rendono conto quando provano ad inserirsi nella cultura "aliena" e a vedere le cose da una prospettiva diversa. Per espiare il loro schiacciante senso di colpa, cambiano fazione, diventano "traditori della razza" e combattono contro i loro vecchi commilitoni [come mi ha fatto notare G1 quando il blu Sully assale il bombardiere inizia uno sterminio di mercenari con i quali andava a pranzo assieme fino ad un giorno fa... questo era sicuramente un argomento che avrei voluto vedere sviscerato nel film, sarebbe stato qualcosa di nuovo!NdG2]. Ma vanno ben oltre la semplice integrazione e diventano i leader della gente che un tempo opprimevano. Questa è l'essenza della fantasia della "colpa bianca" nè più ne meno. Non è semplicemente il desiderio di essere assolti dai crimini commessi contro la gente di colore; non è solo il desiderio di andare in battaglia per una giusta morale. E' il desiderio di guidare le persone di colore dall'interno piuttosto che dall'esterno (bianco e oppressivo).

Visto in questo senso, Avatar è la fantasia dello smettere di essere bianco, abbandonando il vecchio sacco di carne umana e diventare uno [strafigo NdG2] pelleblu, ma senza mai perdere i privilegi dell'essere bianco.

[...CUT...]

Le fantasie dei bianchi sul diventare un'altra razza [o cultura NdG2] sono divertenti solo quando possono bellamente ignorare la basilare esperienza di essere una razza [o cultura NdG2] oppressa."

Insomma: "Il potere senza la colpa" tanto per citare il grande Jack Nicholson.

Vale la pena dare una letta al post di io9, da cui ho estratto questa critica, dice altre cose interessanti. Ne ho tradotte alcune solo per invogliare i lettori più pigri.

Ad esempio mi è piaciuto molto il confronto che fanno con District 9 e Dune (ah già.. il rito di iniziazione a cavallo di una creatura selvaggia! Ecco dove lo avevo già visto).

Senza voler essere cattivi, magari sono io ad essere semplicemente vecchio (vado per i 31 e vorrei tanto una nuova borsa per il mio laptop... di quelle in cui lo infili dentro, tipo fodero... la Apple ne fa di belle... (E AMMICC')).

Però di luoghi comuni (o citazioni se vi pare) ce ne sono tantissimi in Avatar. Al punto che mi aspettavo che il film finisse con un mega Scontro finale con Grace a bordo di uno dei mech di Zion ("Fatti sotto... PUTTANA!!!")

Comunque anche dal punto di vista militare e logistico il film fa acqua, ne avrete notate anche voi di falle. Visitate The Bottom Feeder per commenti sull'argomento, sono di certo più meglio dei miei (gran cosa i link, ti permettono di dire tantissimo in pochissimo spazio... e lo so che sto post è lungo... e non è ancora finito!!!). Allo stesso link ci sono anche considerazioni su come si vedono gli americani stessi, sempre a fare gli approfittatori o i marine e di come siano poi bendisposti a rinnegarsi per essere i buoni...

...

Bene, passiamo al pregio di Avatar.

Le emozioni.

Cazzo, si! Mi sono emozionato come un bambino a vederlo. Ed io di emozioni mi nutro, cosa sarebbe essere vivi senza emozioni?

E mi sentivo stupido, perchè stavo facendo esattamente quello che il film mi induceva a fare! (credo di aver già scritto qualcosa a tal proposito... sulla mia indisposizione come spettatore). Il discorso di guerra di Puffo Sully mi ha raggiunto! La cavalcata nei cieli mi ha esaltato!

E la cosa mi preoccupa... perchè significa che nonostante io sia in grado di fare mille ragionamenti critici o presunti tali, di sviscerare i contenuti del film alla fine loro sono riusciti a controllare le mie emozioni... e controllando le emozioni diventa facile controllare tutto il resto... voti... gusti.. share... azioni.

Ma ci vorrebbe un altro post per tutto questo. Sono felice di esser diventato abbastanza maturo da poter subito abbandonare queste emozioni indotte (indotte poi non significa affato finte... tutte le emozioni sono indotte in un certo senso... ok STOP, questo richiede un altro post).

Però rimane il fatto che mi sono emozionato, non ho vergogna ad ammetterlo.

Sebbene si trattasse di roba riciclata, che avevo già visto o letto raccontata meglio.

Anzi direi che i concetti di base fanno già parte della nostra cultura di base, ce le insegnano (almeno a parole) a scuola: integrazione, rispetto, solidarietà, lealtà, amore.

Le scuole dell'uomo bianco!!! Ci insegnano che certe cose non vanno fatte! Ma film del genere continuano ad uscire, c'è ancora il senso di colpa perchè?

Perchè l'uomo bianco continua a espropiare, sfruttare, violentare, carpire e consumare l'ambiente e le persone intorno a lui. E perchè lo fa?

PERCHÈ FUNZIONA!!! Ne ottiene un vantaggio, un utile, il successo! Progredisce cibandosi di ciò che è altro.

E perchè James Cameron continua a riproporre film dalla trama trita e ritrita?

PERCHÈ FUNZIONA!!! Noi ci emozionamo e andiamo al cinema e lui ne trae un utile, un vantaggio... successo.

Improvvisamente mi sento stupido.


PS: Lo sfruttamento di risorse ancora incomprese è descritto in modo finalmente nuovo ne: "Il Quinto Giorno" di Frank Schätzing. E anche i Na'vi gli devono moltissimo.

PPS: Mentre scrivo sento provenire dall'altra stanza dei: "E MOVITE PERXIO!!!", sospetto che G1 stia giocando a Wet)

PPS: The colored part is a rough translation from io9. All credits to them.

PPPS: I colori sono tutti intenzionali tranne il bianco. È assurdo ma non riesco a trasformarlo in nero e mi sono rotto di provarci. Tanto finchè bianco e nero sono abbastanza lontani da non diventare color Juve, va bene.

4 commenti:

  1. Ci tenevo solo a precisare che io, nell'altra stanza, non ho MAI detto PERXIO (che tra l'altro ha poco senso per me).

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  2. Adesso vi racconto una storiella. C'erano una volta Io e Voi Sapete Chi che andavano a teatro. Ogni volta che vedevano un nuovo spettacolo, V.S.C., da profano, interrogava sempre Io con gran curiosità: - Com'è? -
    Io iniziava parlando degli attori per finire con i costumi passando per regia, luci e scenografia...
    Poi un giorno, alla fine di un nuovo spettacolo, V.S.C. domandò di nuovo a Io:- Com'è stato? -
    - Meraviglioso.-
    MORALE DELLA FAVOLA: Al cavaliere nero... no, la morale è: quando vedi qualcosa di bello, te ne fotti dei particolari stonati (anche se ce ne sono)!

    P.S. Non è "un libro scritto tutto in prima persona al condizionale"

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  3. @Fedasile:Non capisco cosa vuoi dire :).
    Sacrosanto, quando qualcosa ci piace sorvoliamo su tutto. A volte neppure ci accorgiamo dei suoi difetti. Forse a me Avatar non è poi piaciuto così tanto?
    Non mi ha comunicato nessun messaggio nuovo, non ha usato nessuna tecnica narrativa originale (solo una nuova tecnologia), anche il simbolismo mi è sembrato scontato. Ci sono però 2 o 3 personaggi che sono riusciti benissimo, scene e dialoghi che funzionano, nonostante il film non sia cortissimo riesce a dire quasi tutto.
    Ma lo considero più un virtuosismo tecnico che un'opera d'arte.
    Anche per me son stati soldi ben spesi, non critico coloro cui il film è piaciuto vorrei evitare di parlare di definizioni di bello o di ciò che piace, questo rimane a insindacabile giudizio di ognuno di noi.
    Però rimango d'accordo con Qui-Gon Jin: "Your feelings serve you well, my padwean but do not let them to cloud your judgment".

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  4. *padewan!

    Si dice padewan! 'azzo, fallito io ho, in esilio andare devo...

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