domenica 25 aprile 2010

Essi non sprecano

Intendiamoci non voglio fare il figo che vive all'estero dove tutto funziona e tutto è meglio, ma siccome ogni volta che rientro in contatto con persone che non sento da molto tempo tutte (immancabilmente) mi chiedono: "Com'è la Germania?" ecco una nuova categoria per il blog sulla Teutonia.

Comincio con un'attitudine che effettivamente manca agli Italiani e che secondo me non ci farebbe male apprendere.. ma vabbè.

In Germania, o per lo meno a Francoforte, non ci sono sprechi. All'inizio notavo solo singole iniziative o abitudini dei tedeschi, ma poi parlando con colleghi e amici sono pian piano giunto alla conclusione che non si tratta di episodi isolati, certi comportamenti fanno proprio parte di un atteggiamento piuttosto radicato da queste parti.
Un atteggiamento che porta il tedesco a riutilizzare, reciclare o rivendere tutto ciò che non gli serve più.
Il che significa alla fine essere più ricchi.

Iniziamo con gli esempi va...

Pfand:
Molti dei contenitori possono essere restituti al negozio in cui sono stati comprati o in qualunque altro negozio che li venda.
Parliamo di bottiglie di plastica, barattoli di vetro, lattine di bir... cioè di latta, ecc ecc.
Tutti contenitori che solitamente non si usano più una volta consumato il contenuto. E allora il buon tedesco cosa fa? Li riconsegna
, nei suddetti negozi, a delle speciali macchinette che se li mangiano e risputano fuori uno scontrino spendibile subito nel negozio stesso.
Ora è vero che nessuno ti regala niente, il credito che appare sul buono sono in realtà i soldi che il compratore ha pagato in più al momento dell'acquisto per pagare il contenitore.
Però pensateci, in questo modo tutti riportano indietro il contenitore e hanno un ritorno immediato del vantaggio dell'operazione di reciclaggio... non rimane una moda da frikkettoni ma un beneficio che il consumatore per primo può toccare con mano (sennò il tedesco medio col cavolo che...)
So che una volta in Italia si restituivano i vuoti e so anche che in alcune città del nord stanno iniziando ad usare questo stesso sistema... sempre in ritardo rispetto al resto del mondo.

Flohmarkt:
Si ci sono anche in Italia, ma qui mi sembra che siano molto più diffusi. Si tratta semplicemente di quando la gente decide di allestire una bancarella e vendere quello che non gli serve più.
La bancarella può essere allestita lungo il fiume, insieme ad altri venditori in quello che è il flohmarkt "ufficiale" della città, oppure, apri il garage e porti fuori la roba come vediamo fare ne I Simpson.

I mobili:
Quando cambiano l'arredamento i tedeschi contattano il comune, lo informano di quanta roba devono buttare e poi lasciano tutto per strada. Entro una settima passa il furgoncino del comune che si carica quello che è rimasto.
Dico quello che è rimasto perchè non è raro che qualcun'altro decida di venirsi a prendere i mobili che sono ancora in buone condizioni per tenerseli. Ho detto mobili, ma si tratta di tutto ciò che è ingombrante come anche le TV.
Ricordo quando dovemmo liberarci di un cassonetto di Eternit, ereditato dai precedenti proprietari di casa...

Doggie bag:
Quando si va al ristorante e prassi chiedere la doggie bag, ossia una scatolina su cui conservare gli avanzi da portare al cane. Solo che in realtà al cane non ci vanno, li si mangia noi.
È cibo che è stato cucinato, che abbiamo pagato, perchè lasciarlo lì, quando lo si può benissimo riutilizzare il giorno dopo (risparmiandosi di dover cucinare)?
Qui è la prassi, in Italia... boh... fai la figura del pezzente.

Non serve aggiungere che qui c'è la raccolta differenziata (non i bidoni della spazzatura differenziati, ma la raccolta!) e che in ufficio i tovaglioli sono tutti di carta reciclata (la raccolta della carta che non riescono a fare nelle copisterie di S. Lorenzo...)
Sono sicuro che si potrebbero trovare altri esempi (ho sentito parlare di ampia diffusione di pannelli solari ma non voglio cercare conferme a questa notizia. Se dovessero avere più pannelli solari di quanti ce ne sono in Italia mi incazzerei tantissimo!) ma questi abbasteno.

Traendo le conclusioni, almeno da questo punto di vista sono più furbi, meno schizzinosi e si meritano tutti vantaggi che questo comporta.

mercoledì 21 aprile 2010

e 13

È passato un altro anno e provo un'amara soddisfazione nel farmi notare che ancora ricordo.
E sembra di guardare in basso dall'orlo di un abisso.

domenica 18 aprile 2010

Le liste


"La vita è contraddizione". Questa frase esprime il pensiero più "alto" che io abbia mai concepito in 31 anni... tuttavia è un argomento così complesso da prestarsi a molteplici definizioni e punti di vista.
In questi giorni ne ho scoperto un altro.
La vita come soddisfazione dei propri bisogni... una parabola discendente.

Tutto comincia quando siamo belli rannicchiati nel pancione di mamma, quello è il paradiso! In quel mondo ideale i nostri bisogni vengono soddisfatti ancor prima che si manifestino, o perlomeno che ne diventiamo consapevoli. La mamma mangia prima ancora che il feto senta fame, l'ambiente e confortevole la temperatura ottimale. Praticamente non abbiamo bisogni.

Poi si nasce ma ancora non è così male. È vero che facciamo in tempo a sentire fame e freddo ma bastano due urla, la minaccia di un pianto che subito si viene soccorsi, ripannolizzati, coperti e/o nutriti (a seconda dei casi).

Poi, il grande passo.
L'inizio di ogni tormento.
Il vasino.

Non ci si può più liberare con immediata noncuranza, non è più possibile seguire i propri naturali istinti si deve "rimandare", aspettare, il momento opportuno. Fare ciò che ci si sente di fare solo nel luogo e nei tempi opportuni.

Da qui in poi belli miei può solo peggiorare.
Durante l'infanzia non ci badiamo neanche, qualcuno perché vuole diventare grande, qualcun altro perché troppo impegnato a giocare e non ci accorgiamo delle forze occulte che ci imbrigliano impedendoci da fare quel che cazzo ci pare.
Ce ne accorgiamo con l'adolescenza. In cui si lotta con orgoglio contro gli obblighi scolastici e familiari per poter ancora affermare il nostro diritto a soddisfare i nostri bisogni, che nel frattempo si sono evoluti.
Non si tratta più di dove fare la cacca ma di uscire la sera, non studiare, sentire musica, andare in gita... e tutto il resto.

Dai su, senza starla a fare troppo lunga, più cresciamo e più ci allontaniamo dalla soddisfazione dei nostri bisogni. Partiamo da quando la soddisfazione arrivava prima del bisogno e finiamo con...
LE LISTE!!!

Siamo... Sono così impegnato a lavarmi, produrre, leggere, comprare, lamentarmi, studiare che i miei bisogni si arrendono e svaniscono prima cha io abbia raggiunto l'ora e il luogo adatti al loro appagamento, così sono stato costretto a farmi le liste!!!

Ho liste per tutto, per i film che vorrei vedere, giochi da finire/acquistare, per i libri, una per le bollette da pagare (non che sia un piacere ma bisogna trovare il tempo pure per questo), un'altra ancora per i post da postare sul blog, per le mail da spedire, una per le cosa da fare in Italia e la cosa spaventosa e che gli elementi di ogni lista continuano a crescere.

La lista decide le mie attività. Se non è sulla lista non esiste. Se è sulla lista allora devo farlo (spero che nessuno oltre me ci scriva mai sopra).

Internet, dio la benedOca, mi segue ovunque, così non appena noto qualcosa che i piacerebbe avere, o ho un'idea che vorrei realizzare (non ultima l'idea scarna per un gioco di società, o un nuovo sfondo da mettere sul desktop) io prendo nota su 30box.
Prendo nota e rimando.
Rimando al week-end o a quando sarà possibile... e quando sarà finalmente stato possibile posso prendermi una delle più grandi soddisfazioni che ci possano essere nella vita di un uomo.


Your 30 Boxes To Do List
----------------------------------
* Torchlight
* Braid
* The witcher
* The void
* Far Cry
* prenota per mamma e papa
* Amnesia (x MAC)
* Primo movimento di mariana mail del 28 feb
* Portal (reprise) (x MAC)
* Saint Row 2
* Prossima mail a Roberta parlale di Steam e linkale Samorost http://www.amanita-design.net/samorost-1/
* Cambio di stagione vestiti
* Giocati Samorost http://www.amanita-design.net/samorost-1/
* Ristruttura blog: cerca qualche nuovo template, sostituisci il vecchio blabla...
* Cerca info su digicomics
* Post sulla vecchiaia e le LISTE
* Pagina su chi? vedi il blocknotes CDproject

Completed:
----------------------------------
* panni
* Bolletta internet
* Mini ninjas
* Trine
* Conti
* Zeno clash



Spuntare la voce sulla lista.

E se la vita è una lotta per la soddisfazione dei propri bisogni allora:

LA LISTA È VITA!!!

sabato 17 aprile 2010

Altre 90 pagine di "The Name of the Wind"

Perchè scrivo questo post?

  1. Ho voglia di scrivere. Requisito necessario e sufficente.

  2. G1 è impegnato, ha almeno altri 2 libri da leggere prima di arrivare a questo. Non posso mettergli fretta ma, d'altra parte, devo pure parlarne con qualcuno no?

  3. L'idea di un diario da lettore, che descrive il libro man mano lo si legge mi ha intrigato. Vediamo se il tomo riuscirà a spingermi a scrivere nuovamente.

Quale sarà poi il risultato del mio post (e di eventuali successivi altri)?

  1. Generare hype, succede sempre anche se non se ne parla bene... basta parlarne di qualcosa generare aspettative.

  2. Chi leggerà il libro in seguito ne rimarrà probabilmente deluso a causa di quanto sopra.

Il fatto è che man mano che leggo trovo frasi o interi passaggi degni di essere ricordati e mi sono messo a prenderne nota per due motivi: non posso ancora condividerli con nessuno senza spoilerare, e ho paura che una volta arrivato alla fine avrò dimenticato questi passi del libro, vuoi perchè è passato del tempo, vuoi perchè sostituiti da passaggi successivi che per un motivo o per l'altro li hanno spinti agli angoli della mia memoria. E non sono sicuro che se lo meritino.

E a forza di prendere appunti, aggiungervi commenti e riflessioni ecco che il post era quasi bell'è pronto.

Siete avvisati dunque... fuori dalla zona rossa ci sono degli accenni ai contenuti del libro (sarebbe troppo pedante chiamarli spoilers) mentre al suo interno potrete trovare addirittura stralci di brani... che se vi va potete leggere per farvi venire l'acquolina in bocca!

Era da un bel po' che non mi capitava un libro nel libro, una costruzione a scatole cinesi e ogni volta che mi succede mi capita di ripensare sia al “Decamerone” che a “La Storia Infinita” di Ende (che poi in realtà finisce, quella di Ende). Non è straordinario come la mente associ oggetti così diversi?

Comunque, dal basso di pagina 90 (che guardacaso reca il titolo “Interlude”) ho l'impressione che il libro non solo contenga un altro libro ma addirittura altri libri... o per lo meno vi ammicchi, dato che viene menzionata “Lyra e “Below the wall... ma magari quest'impressioni sono null'altro che effetti collaterali dello stordimento dovuto ai ritmi da studente lavoratore single o ancora meglio dovuti al mio atteggiamento “incantato” verso questo libro (effetto hype? Desiderio inconscio di ritrovare un nuovo "Hobbit"? Ah, scusate... non potete capire finchè un giorno non vi racconterò come lessi il primo "Lo Hobbit").

Vabbè volute o meno queste associazione si sono verificate nella mia mente e questo è B E N E. Il prodotto artistico che è capace, non solo di liberarsi dal guinzaglio dell'autore e di arricchirsi del contributo dell'usufruitore è sicuramente... un prodotto artistico!

Ben vengano quindi una, nessuna e centomila associazioni con ciò che è già, in qualche modo, mio.

Questo è ancora niente. Ci sono altre due cose che ho capito leggendo fino qui. O magari un'altra cosa e mezza, dato che sono strettamente collegate.

Ho scoperto il bello del genere Fantasy. Cioè l'ho riscoperto. Perchè ovviamente tanti lo hanno già fatto prima di me, sia sostenitori che detrattori.

Però avete presente la differenza tra la conoscenza tramandata e quella esperita no? Non saprete mai quanto è calda una fiamma finchè non vi scottate. Anche se le cose me le dicono tutti da millenni, anche se le capisco... devo rielaborarle o anche ricostruirle da zero. Solo così diventano per me qualcosa di acquisito veramente.

Il mondo fantasy è inventato, perciò è più facile credere a quegli ideali cui vorremmo credere. Crederci a tutto tondo, senza bisogno di doversi guardare le spalle. Senza l'impellenza della realtà che li ridicolizza.

Quando inizi a fantasticare su come si comporteranno i personaggi quando sapranno quello che è successo hai molta più fiducia in loro che non nel tuo capoufficio. È un male? (ah! Che bello! Col Mac so dove trovare l'accento per la “E” maiuscola!).

Non che questi valori siano completamente nuovi, anzi ho come l'impressione che siano assopiti nella mia mente, concetti conosciuti ma a relegati ad una zona d'ombra della mia coscienza. E che tornano a scintillare leggendo questo libro (e magari altri).

I saccenti lo sapevano fin dalla notte dei tempi che la letteratura Fantasy era un mondo-rifugio per i nerd (intendo gli 0.1) e gli sfigati. Invece di affrontare il mondo e di viverlo per quello che è, si preferisce sognare. L'ossimoro del giorno: non sono mai così realista e cinico come quando parlo di me che sogno.

Arriviamo al punto? È sbagliato tutto ciò?

CHISSENEFREGA!!!

Mi sveglio alle 7:00 vado in ufficio (un lavoro che tra l'altro non disprezzo affatto) poi vado a studiare tedesco rientro alle 22:00 a casa se tutto va bene, fare la spesa, fare i compiti, prendersi cura di sé... Non azzardatevi a rompermi le balle su quello che leggo che sennò mi incazzo eh?

No vabbè scherzo, era solo una battuta. La vera risposta è che non c'è una risposta (altro ossimoro, altra contraddizione), o meglio non c'è una risposta universale. Ogni persona è unica, su queste cose non si può (ciononostante si deve) generalizzare. L'unica cosa che si può dire è che ci vuole misura. La Misura, altro argomento che meriterebbe metrate di parole.

Torniamo al libro.

Essendo un buon fantasy propone anche esso qualcosa in cui il lettore possa immergersi senza esitazioni, senza resistenze. Cosa proponga esattamente non lo so, devo ancora finirlo.

Fino ad ora però mi ha fatto ripensare a "L'Apprendista Assassino" e più in generale al romanzo di formazione. Il romanzo di formazione tramite l'espediente di educare il protagonista, propone al lettore ideali, valori e esperienze di vita. In più essendo fantasy ti propone un mondo dove questi ideali e valori sono ancora più concreti, efficaci, vincenti, sostanziati che non nel nostro mondo “reale” (ecco... un buon libro... ma veramente fatto bene potrebbe forse sostituire un'esperienza? )

Così sto vivendo questa lettura. Lasciandomi trasportare dalla narrazione e godendo nell'incontrare gente per bene ed imparando quello che impara il prarratonista (neologismi!) nel libro.

E mi piace quello che impara e come gli viene insegnato... povero figlio mio semmai dovessi averne uno, probabilmente crescerà in grado di sconfiggere draghi ma non di guidare la macchina :)

Ovviamente, a dirla tutta, i protagonisti (e l'autore) sono sempre uomini (e donne, QuoteRose sarà soddisfatta), quindi alla fine i valori che il padre insegna al figlio sarebbero applicabili anche al nostro mondo... e solo che, come ho detto, ci credi di più quando te li espone qualcuno che non ha mai vissuto nel nostro mondo.

E ancora una volta, come spesso accade quando si buttano giù pensieri a ruota libera per fissarli, fermare il loro turbinio (direbbe qualcuno) per capirci qualcosa, ci si ritrova ancora più confusi.

Ad esempio, ora chi è il Sognatore? Quello che si rifugia nel mondo virtuale (del libro in questo caso) o quello che cerca di imporre gli ideali del libro ad un mondo che continua a rigettarli?

Certo parlare degli ideali di un libro è una scelta di comodo. Il mondo del libro ( a parte "La Storia Infinita”) in un certo senso finisce dove finisce lo scritto. Il mondo reale invece, in realtà, non finisce mai.

Ricordo che queste sono le mie impressioni, il mio modo di vivere un libro Fantasy. So benissimo che c'è invece qualcun'altro che fa il contrario: inserisce la realtà nel Racconto Fantasy. Crepandolo a mio parere. E infatti poi non piace nemmeno a lui. Ma a costui, infatti, si confanno i romanzi storici.

Ed eccoci agli interrogativi finali!

Chi è costui che gode nel rovinarsi una bella lettura? (non leggerai mai sto blog, ma in caso, non ti offendere, rispetto il tuo modo di vedere le cose, finchè non mi ci scassi troppo...

Può un davvero-buon libro sostituire un esperienza in prima persona? Aspe' calma, non intendo sostituirla a pieno, questo lo trovo impossibile, ma fartela interiorizzare, renderla propria anche al lettore. Insomma può un buon libro contraddire il pensiero blu di questo mio post? Ho già in mente una mezza risposta ma non vi più tanto di scrivere.

Chi sono i Sognatori? Che cosa li spinge?

Il mondo è così tetro?

Ciao.



LA ZONA ROSSA

(SPOILER! Lettura consigliata solo a chi non leggerà il libro o ne vuole un assaggio)

Ad esempio a pag 53 Kvothe inizia il suo racconto presentandosi attraverso le sue gesta. Passo dal tono epico degno di essere ricordato, ma non lo riporterò... troppo lungo!

Pag 55. Tra gli altri insegnamenti che vengono impartiti questo ha un che di... vera cavalleria.

Call a jack a jack. Call a spade a spade. But always call a whore a lady. Their lives are hard enough, and it never hurts to be polite.”

Pagina 85, qui abbiamo un interessante discorso sulla superstizione, che tra l'altro si inserisce in un più ampio discorso sulle indagini storiche e letterarie compiute dai bardi e altri artisti girovaghi... Vi riporto una traduzione grossolana.

" Credi ancora che mi abbia dato di volta il cervello?", disse Ben, divertito. "Ascolta, se domani arrivassimo a Biren e qualcuno venisse a dirti che c'erano degli Shamble-men (intraducibile su 2 piedi, ma dovrebbero essere tipo zombie), nei boschi gli crederesti? " Mio padre scosse la testa. "E se fossero in due a dirtelo?" Altro diniego.

Ben si sporse in avanti sul suo ceppo. " E se una dozzina di persone venisse a dirti, in tutta sincerità che ci sono degli shamble-men nei campi che si cibano..."

"È ovvio che non ci crederei," disse mio padre irritato. "É ridicolo."

"Certo che lo è," concesse Ben, alzando un dito. " Ma la vera domanda è: tu ci andresti nei boschi?"

E a pagina 103 (hehe sono andato un po' avanti nel frattempo) si parla di musica e poesia:

"Ricordati questo, figliolo, anche se dimenticherai tutto il resto. Un poeta è un musicista che non sa cantare. Le parole devono prima trovare il cervello di una persona prima di raggiungere il suo cuore, e le menti di alcuni uomini sono dei bersagli tristemente piccoli. La musica invece raggiunge i cuori, non importa quanto piccola o ostinatamente idiota sia la loro mente."


martedì 13 aprile 2010

Video del momento n.1



La nostra giornata tipo... in più abbiamo il corso di tedesco.

martedì 6 aprile 2010

4 pagine di "The Name of the Wind"



La maggior parte dei bloggatori che conosco (personalmente) recensiscono, o almeno parlano di libri che hanno letto.

Io allora vi parlerò di un libro che non ho (ancora) letto. Non temiate spoilers quindi.


...

Ok, va bene, in realtà ne ho letto le prime pagine, quattro per l'esattezza e ovviamente (al)la quarta di copertina (colgo l'occasione per salutare Pipi) che per gli amanti di cabala e numerologia varia dà 256, numero cardine dell'informatica, specie se lavori con memorie di backup ecc ecc.

E insomma non posso trattenermi dal commentarle, benchè ancora non possa esprimermi sul valore in senso stretto del tomo (perchè di tomo si tratta, aprendolo a caso non appena arrivato ho beccato il capitolo 84).

Ho incontrato "The Name of the Wind" per la prima volta su Penny Arcade e diciamocelo, un libro che si fa leggere da Gabe non può non incuriosire. È un po' come un libro che si fa leggere da Alf (se qualcuno trovasse la "Zombie Survival Guide" lo segnali per favore).

La seconda volta che lo incontrai è stato su amazon quando lo ordinai. O forse fu sul sito dell'Autore... bhò, comunque una volta lo incontrai pure sul sito dell'autore.
In realtà è il sito del libro però lo chiamo "dell'Autore" perchè mi ci sono andato a leggere la sua biografia.

Mi è piaciuta! Sarà perché è un gamer, sarà per via della lentezza che lo (e mi) contraddistingue ad esempio negli studi, o nel non andare mai "a fondo", non sviluppare mai del tutto un'idea, un potenziale... si lo so sembra che io voglia giustificare la mia inettitudine dietro le scuse di un altro (EPIC INETTITUDINE!) ma in finale io di idee ne ho avute tante ma se non ci fosse stato Baffone non avrei mai fatto "Il Muretto" e se non ci fosse stata Mariana non avrei mai fatto teatro! L'unico mio progetto che procedeva vento in poppa con le vele gonfiate dalla mia passione era Arellian...
Cosa non è successo per impedire di concluderlo? (La speranza è l'ultima a morire e io sono ancora vivo).
Tornando alla biografia, per ragioni imperscrutabili, mi sono sentito subito molto vicino a questo Patrick Rothfuss. Il libro va assolutamente letto. Così lo ordino.

Ma non arriva. Al suo posto arriva un avviso giallo delle poste tedesche.
Panico. Secondo Amazon è ancora troppo presto perchè il libro arrivi. Sarà una convocazione presso il Bürgeramt per il possesso di una caccola non dichiarata allo stato teutonico?
E così, di Sabato, mi reco alle poste per scambiare il volantino giallo con un pezzo di destino.
Era il libro, ancora una volta i servizi delle grandi multinazionali e delle nazioni efficenti mi stupiscono e mi soddisfano.

Ma vi avevo detto che avrei parlato delle prime 256 pagine che ho letto (4 pagine alla quarta di copertina).
Cominciamo dalla 4a di copertina. Un classico, c'è un breve estratto del libro e i commenti della stampa, o di altri scrittori. Questi ultimi hanno una grande influenza su di me, ad esempio ho saputo che Christopher Paolini ha commentato l'ultima trilogia di Terry Brooks ed ora so che non leggerò Eragon (non me ne vogliano i loro fans).
Sulla 4a c'è Ursula Le Guin, che non è tra le mie preferite (i suoi scritti non hanno coinvolto emotivamente) ma le riconoscono tanti pregi e virtù, Earthsea mi è piaciuto senza riserve e poi, scusate, ma Goro non può esser stato educato male no?

"It is a rare and great pleasure to find a fantasist writing not only with the accuracy of language that is essential to fantasy-making, butwith true music in the words as well. Wherever Pat Rothfuss goes with the big story that begins with THE NAME OF THE WIND, he'll carry us with him as a good singer carries us through a song."
-Ursula Le Guin

Dico, lo ha paragonato ad un bardo e lei di bardi se ne intende!

Apro il libro, la prima pagina all'interno sono altri commenti.
Robin Hobb, una delle autrici che siedono nel mio ristretto Olimpo della letteratura per la Trilogia dei Lungavista.

"This one is well worth some of your precious reading time. I'll wager that the books to follow
it will also be."
-Robin Hobb

Non serve proprio che mi dica altro, ma questo è un parere molto personale dovuto al piacere che ho tratto dai suoi scritti.

Sfogliamo 2 volte il libro e ci sono le dediche.
Una alla madre che gli ha aperto le porte per Narnia, Pern e la Terra di Mezzo.
Una al padre che gli ha sempre raccomandato di prendersi il suo tempo per fare le cose e di farle bene fin dalla prima volta.
Nulla da dire, non sono sicuramente le cose per cui ringrazierei i miei genitori, anzi non sono nemmeno tanto d'accordo sul fare le cose per bene sin dalla prima volta... perchè questa è una mia debolezza e spesso quando fallisco non mi riesce di voler riprovare.
Però sono delle dediche che sebbene rivolte ai suoi cari ci dicono qualcosa dell'autore, non sono di quelle sintetiche e quasi private, rivolte a persone che per quanto importanti per l'autore restano solo dei nomi per il lettore, il che conferma l'impressione che ho ricevuto dal sito, Pat ha voglia di comunicare e ci tiene ai lettori.

Sfoglio ancora una volta: Acknowledgments (ovvero i ringraziamenti).
Comincia dai lettori (visto?) e arriva al suo vecchio professore dell'High School, perchè gli aveva promesso che lo avrebbe citato nel suo primo libro... e ora mantiene la promessa. Per arrivare dagli uni all'altro passa attaverso tutte le persone materiali (non altri scrittori o fonti di ispirazione) che lo hanno portato a pubblicare il libro e lo fa, accidenti, con un virtuosismo che mi ricorda le catene di frasi di Baricco... sbaglierò?

Sfoglio ancora due volte, sorvolando la mappa che in quanto immagine non ha molto da dire ed eccoci, finalmente al prologo.
"A Silence of Three Parts"
Sto matto ci introduce al suo mondo descrivendo un silenzio. Mi sa di Genio.
Il titolo viene immediatamente riproposto nella prima riga del testo. Alla faccia mia che sono abituato a titoli che si nascondono nel testo e solo un lettore attento riesce a interpretarne il significato. Che non vuol dire che siano brutti titoli, anzi solitamente i titoli ammiccanti ai fatti narrati ("Le nuvole si addensano..."; "E scoppia il temporale" tanto per citare Tolkien -devo davvero metterci un link su Tolkien???-) mi sono sempre piaciuti (provate a capire i miei link per averne una prova), ma qualcosa nel suo essere diretto mi ha convinto e tranquillizzato. Adoro le narrazioni machiavelliche ma se la prima cosa che 662 pagine ti dicono è che sanno anche comunicare in maniera semplice e diretta non posso fare a meno di sentirmi tranquillizzato).
Mi rammarico solo per il mio Inglese non eccelso che sicuramente mi lascerà sfuggire parte della skill di questo writer.
Ad ogni modo, un libro da leggere in lingua originale, magari con vocabolario (o internet) alla mano.

Ed ora forse si capisce meglio perchè ho parlato di un libro che ancora non ho letto... di questo passo correvo il rischio di dover fare una recensione pagina per pagina e allora tantovale postare qualcosa subito e mi sono tolto il pensiero. :)
G2

Zona Rossa
Non è proprio uno spoiler ma ai puristi non piacerà. Mentre andavo a controllare il numero di pagine totale del libro ho scoperto che l'Epilogo ha lo stesso titolo del Prologo. Dopodichè arriva la terza di copertina. Che dire... è la "Corona del Tutto".

Tanto per restare in tema di circolarità, quanto segue quasi conferma la mia frase
d'apertura.
Nel cercare link adatti al post sono venuti fuori milioni di blogs... è fantastico internet che ti permette di esporre le tue opinioni, di farti conoscere e metterti a disposizione di centinaia di aborigeni dell'australia. Mi chiedo poi quanti li leggano effettivamente e quanto venga poi perso nel mare dell'informazione (leggi sea of information).

Ciononostante, vi prego, non smettete(-iamo) di esprimere il (v-)nostro universo interiore (quant'è bella!?).

-ADDENDUM 09/04/2010-
È imbarazzante. Ma ad onor del vero devo dirlo. E ci faccio una figuraccia. Perchè mi contraddico drasticamente. Ma "la vita è contraddizione" recita la mia frase migliore.
Oggi mi sono accorto che nella 4a di copertina c'è anche il commento di Terry Brooks.
!?!?!? Non credo mi sia sfuggito la prima volta sono più propenso a credere che il suo commento sia stato occultato dal mio entusiasmo per tutto il resto al punto che al momento della stesura del post non ne ero affatto consapevole.
Dopo i capelli perdo pure colpi che volete farci. Ora potrei scrivere una metrata di testo sulle ragioni per cui la nostra mente distorce le nostre percezioni e svia le nostre opinioni... Ma preferisco aggiungervi una filastrocca (che mi ha ricordato quelle che appaiono in Sabriel)

"When the heartfire turns to blue,
What to do? What to do?
Run outside. Run and hide.

When his eyes are black as crow?
Where to go? Where to go?
Near and far. Here they are.

See a man without a face?
Move like ghost from place to place.
What's their plan? What's their plan?
Chandrian. Chandrian."

...

"Let me tell you what to do.
Dig a pit that's ten by two.
Ash and elm and rowan too---"


PS: non preoccupatevi di eventuali errori ortogrammaticali, la mia traduttrice ha detto che basta che si capisce, e poi la Luce interverrà... non posso certo rileggere quello che scrivo no?