mercoledì 30 giugno 2010

Video del momento n.4




Come nasce un mito. Direttamente dall'ultimo E3 2010, ecco un remix dell'ormai leggendaria conferenza Konami tenuta da Tak Fuji mentre parla del suo ultimo gioco Ninety-Nine Nights II.

Le sue perle "WOW", "One million troops", "EXTREEEEME", "You'll be sucked" sono già state remixate, rimontate, usate per creare gif e hanno generato l'immancabile gruppo Facebook.

Per la cronaca, consiglio di dare un'occhiata a tutta la conferenza che potete trovare qui, perchè anche il secondo producer Konami che salirà sul palco dopo Tak Fuji non è da meno, pur non riuscendo a tirare fuori nessun tormentone.

WOW

martedì 29 giugno 2010

The Name of the Wind: Ci siamo quasi...


L'ho quasi finito.
Certo, è un po' che non aggiungo note, ma non è che non lo abbia letto è che era troppo più bello leggerlo che scriverne.

Mi manca proprio poco già che le prime conclusioni le posso trarre e abbattere ogni pretesa di imparzialità.

Basta. Questo Patrick Rothfuss è sicuramente una persona (non un autore badate) che si avvicina spaventevolmente a me.
Per interessi, per prospettive, per idee... è allucinante!!!

La prima cosa che chiederei a questo signore col nome di un hobbit, se mai avessi la fortuna di berci assieme, è se il suo piede sia davvero rosso,
dopotutto "Names are the shape of the world..." (pag 614 - solo dopo 1 corso serale e mezzo mi rendo conto dell'ovvio, che Rothfuss in tedesco significa Piederosso... ed è proprio quello che succede nel libro!!! In continuazione, ma l'episodio del cavallo è senza dubbio il più calzante!!)
Non ho tempo di descrivere tutto nel dettaglio, spero di riuscirci dopo la fine del libro ma questa cosa qui devo annotarla subito (è troppo):

Questo è un mio post di qualche tempo fa sul sito di Ars Ludica, un mio personalissimo quanto misero intervento sul se e quando i videogiochi siano Arte (fate ctrl/cmd + F e cercate Alamir, quello sono io, sta verso la fine).
Leggetelo.

Poi leggetevi pag. 617 di The Name of the Wind.

Scritti/letti in momenti diversi su due rive opposte dell'Oceano. Da due persone che non si conoscono. Vi prego CAPITEMI!!! Fa stranissimo leggere un libro che è TE ma lo ha scritto un altro! E manco posso sfogarmi con G1 che ancora lo deve leggere e posso sfogarmi solo d'ecco sul blog!!!

A parte questo, in teoria dovrei essere incazzato perchè quello che ha scritto lui avrà sicuramente più risonanza. Eppure fa piacere scoprire che non sei l'unico a pensare quello che pensi e a voler fare le cose come le fai e che tutto sommato si può anche emergere in un certo qual modo...
Mi chiedo cosa farò io alla sua età.

Probabilmente un ca**o.

Torno a leggere va.

PS: the picture comes from the site of the book, any copyright belong to the owner.
PPS: le note sulle pagine si riferiscono alla versione inglese, appena qualcuno mi fa sapere le corrispettive italiane provvederò...

martedì 22 giugno 2010

Memento



Incredibile, anche se è già tardi in c**o forse oggi aspetto ad andare a letto. Voglio riuscire a scrivere un post nello stesso giorno in cui ho pensato di farlo.

Oggi vi parlerò di una cosa che in realtà era già successa in passato ma le cui implicazioni mi si manifestano solo oggi. E devo sforzarmi di esserne consapevole.
La letteratura, la musica, il cinema e i miei studi leggiadri (ma anche la poesia, ne sono certo solo che non me ne vien in mente una) ci insegnano che gli odori e i sapori (i sensi più strettamente chimici insomma) sono gli stimoli più efficaci nel rievocare ricordi, memorie e abitudini. Questo perchè fanno capo a quella parte più primitiva del cervello che dovendo funzionare con una certa efficacia fin dagli albori dell'evoluzione, non poteva permettersi di andare sul sottile. Devo citare l'esempio del mammifero primordiale che una volta assaggiato qualcosa di velenoso ( ed essere sopravvissuto) doveva immediatamente associare a quel determinato cibo la sua pericolosità. Quindi a differenza di altri tipi di apprendimento che richiedono allenamento, ripetizione, prove ed errori ecc... il nostro roditore aveva bisogno di un'associazione così forte che bastava una volta sennò la seconda volta sicuro ci restava.
Ecco da cosa deriva in realtà la potenza evocativa di olfatto e gusto.

Da quando siamo in Germania "il ricordo" è qualcosa di italiano, ci ricordiamo dell'Italia, di quello che facevamo lì, gli amici, la scuola, le gite... come i vecchietti al bar insomma.
Il "ricordo" è diventato qualcosa di geografico più che di storico o temporale. E il fatto che in Germania il tempo scorra diversamente (basta un giorno in ufficio ed è come essere in Germania da 2 anni, non importa da quanto tempo sei rientrato dalle ferie) non aiuta di certo.

Ebbene oggi ero sul terrazzo dell'ufficio, inondato dal sole tedesco, cullato da una leggera e rinfrescante brezzolina... insomma si stava talmente bene che quasi dimenticavo di lamentarmi del fatto che non ho mai tempo di fare nulla.
Ero in pausa. E mangiavo del pesce impanato che in Italia non si trova, che non è un bastoncino findus ma è buono lo stesso.
Ed ecco che all'improvviso ZAC!!! una lisca mi si conficca nel palato, la prima che sia mai riuscita a sfuggire ai controlli dei deliscatori tedeschi.
Ebbene si, è successo davvero: c'era una lisca, ma questo non c'entra niente, l'ho riportato solo per dovere di cronaca ( cioè per rendere un po' più interessante il post che co' ste giornate piatte...)
La cosa davvero straordinaria però è che il gusto di questo pesce ha innescato il perverso meccanismo dei ricordi. Questo pesce è una delle cene semi-pigre che erano solite accompagnare la visione di Malcom nelle serate inverno-autunnali di un anno fa... QUI IN GERMANIA!!!
Ho avuto il mio primo
Erinnerung!!!
OK, non proprio il primo, ma il primo che mi ha stupito e mi ha fatto pensare.
Che mi stia abituando a vivere qui?

Ecco Oggi è ormai Ieri e siccome avevo scritto che avrei scritto il post nello stesso giorno in cui l'ho ideato... ora mi fermo. Tanto il senso vero di quanto ho scritto si dovrebbe già capire...

CHE É DA OGGI A PRANZO CHE LA MIA MENTE LA CANTICCHIA SENZA POTERSI FERMARE!!!

mercoledì 16 giugno 2010

Link della settimana N. 5




Una conferenza, l'E3, e il futuro è già qui. Nintendo ancora una volta trascina in avanti il mondo dell'intrattenimento videoludico, mostrando al mondo come si giocherà in un futuro ormai alle porte. Il Nintendo 3DS è stato presentato in tutto il suo splendore con la sua tecnologia 3D senza uso di occhiali, senza trucchi e senza inganni, strabiliando la fortunata platea accorsa ad assistere ad una delle più belle presentazioni degli ultimi anni. Uno schermo superiore wide-screen con tecnologia 3D, trasmette contemporaneamente ai nostri occhi, due differenti immagini che poi il cervello rielabora e ricostruisce in 3D, senza l'uso di occhiali o altri accessori. Pura rivoluzione, puro genio; in due parole, Nintendo Difference.

Mentre i concorrenti annaspano e presentano le loro "novità" vecchie di 4 anni, Nintendo fa un altro passo in avanti con il 3DS che già può vantare una lista di giochi in uscita da infarto: Zelda Ocarina of Time, StarFox, Metal Gear Solid, Kid Icarus, Resident Evil, giusto per citarne alcuni... tutti in esclusiva, tutti con pieno supporto 3D.

Grazie mamma Nintendo.

sabato 12 giugno 2010

Il Planetario di Cosimo




Rientrato dall'Italia. Ormai è troppo tardi per ripercorrere gli stati d'animo e le allegre vicissitudini del viaggio di rientro (vi abbasti di sapere che sul tram che mi riportava a casa c'era un ragazzo con un rosario in mano che si vomitava addosso).
Di queste vacanze però mi rimane un ricordo in particolare. Una di quelle cose che inevitabilmente ti fa fare un un confronto tra Italia e Germania, ma che in realtà è semplicemente tra Francoforte e Farfa, perchè anche se tendiamo a generalizzare è bene ricordarsi che l'unica realtà tedesca (e nemmeno tanto!) che conosco è Frankfurt.
Portando a spasso i nostri amici teutonici ci ritroviamo a Farfa.
E qui ci imbattiamo nel "Planetario di Cosimo"
(cliccateci sopra per la descrizione ufficiale) opera ispirata a "Il Barone Rampante" di Calvino , un residuato dell'edizione 2007 di 20eventi.
Una splendida idea e una splendida opera a mio parere.
Davvero qualcosa che sarei andato fiero di mostrare agli amici tedeschi... non fosse per lo stato di incuria e abbandono in cui versava il parchetto che la ospitava. Erba alta... troppo alta per camminarci in mezzo, cartelli sporchi e a volte illegibili e pianeti che penzolavano dagli alberi come fossero l'insegna di un vecchio saloon abbondonato in una città fantasma di Red Dead Redemption...
Mi ha messo addosso non tanto tristezza quanto rabbia... sarebbe stato qualcosa di veramente bello da vedere ma invece dopo tutto quello che si è fatto per realizzarlo è stato abbandonato, sforzi nullificati. È proprio vero che uno dei maggiori problemi dell'Italia è nella manutenzione di quello che si ha. Siamo ottimi creatori ma pessimi mantenitori... e tutto va a scatafascio.
La cosa strana e che 20eventi è ancora in auge a quanto pare e la Sabina è piena di cartelli che la pubblicizzano.

L'aspetto fatiscente,comunque, mi ha riportato alla mente un'inaugurazione di nuovi giardini pubblici cui assistetti da piccolo al paese vecchio... con il sindaco (o chi per lui) che mostrava con orgoglio il prodotto dell'impegno della sua amministrazione: panchine di plastica, altalene di ferro, una sabbiera... ed io ne ero affascinato ed ammaliato: un posto coi giochi per i noi bambini che figata!!!
Dopo essermi trasferito, sono tornato a visitare il paese della mia infanzia... i giardini erano una discarica: le panchine di plastica rotte, i giochi in legno scheggiati, le immancabili "scritte coi cazzi" ovunque, le altalene arrugginite... i miei amici mi dissero che era così da anni ormai.
Ora al di là dell'incuria e della famosa legge che: "all'estero la proprietà pubblica è di tutti e in Italia la proprietà pubblica è di nessuno" (che in combo col fatto che ognuno bada solo alle sue proprietà produce una teoria esplicativa di molte cose) e tralasciando di parlare di vandalismo che rientra nel più generale discorso sul senso civico, la mia mentalità da italiano sospettoso mi ha mostrato un'altro aspetto della faccenda.
Una vocina si è levata dalla mia coscienza e mi ha detto: " E che ti aspettavi?"
Probabilmente quel giardino era stato allestito con l'unico di scopo di avere qualcosa da mostrare al pubblico di elettori. Ogni altra spesa per soddisfare altre necessità (come ad esempio la longevità) sarebbero state superflue. E che ti puoi aspettare se fai le panchine in plastica? e ovvio che non reggeranno alla normale usura del tempo. E le altalene? A meno che gli adolescenti non si divertissero a lanciarci contro secchiate d'acqua, non si può certo attribuire la ruggine al vandalismo...
Qui a Francoforte le panchine sono di pietra, solide e inamovibili, al limite con il trascorrere degli anni ci cresce il muchio sopra, le altalene in legno di sequoia trattato con grasso di foca e le catene in Mithril lavorato dai nani di Moria: fatte una volta, permangono e le amministrazioni successive possono investire in qualcos'altro migliorando ancora di più i servizi offerti dalla città.

Naturalmente non tutto è oro quello che luccica, ma sono sicuro che se il Planetario di Cosimo fosse stato qui lo avrei trovato in buone condizioni.
O forse è solo una favoletta che mi racconto per non sentire nostalgia dell'Italia.
Magari il giorno dopo sarebbe arrivato il giardiniere e avrebbe ripulito tutto, anzi se magari qualcuno passa di lì potrebbe dare un'occhiata al parco e farmi sapere?

mercoledì 9 giugno 2010

Giro di boa per "The Name of the Wind"

Aggiunte nuove note

No decisamente non è solo il viaggio in aereo, il libro è proprio decollato per conto suo acquisendo un certo ritmo... insomma sono nella fase: "non riesco a smettere di leggere".

Il che mi permette di buttare giù note con giudizi molto più ampi, quasi mi scoccia doverle relegare su una sola pagina per via di anobii... magari alla fine ci scappa pure una recensione chissà...

lunedì 7 giugno 2010

Il Viaggio

Sono due anni che per ovvi motivi, mi ritrovo spesso in viaggio, principalmente tra Germania e Italia. Ricordo ancora con un brivido quel lontano 14 Maggio 2008, quando seduto all'aeroporto riflettevo sull'enorme peso del mio biglietto che non riportava nessuna data per il viaggio di ritorno. Non mi era mai successo, ero del tutto impreparato, sapevo dove stavo andando e quando, ma non avevo nessuna certezza per il ritorno; qualcuno ha detto che il viaggio non è tale senza il ritorno a casa e quel giorno di due anni fa capii il significato di queste parole, tanto più che 7 o 8 mesi dopo, quando comprai il mio viaggio di ritorno e misi piede nella mia vecchia casa, non riuscii a trattenere l'emozione e mi ritrovai a piangere a causa di non so bene quale emozione. Ero semplicemente tornato, avevo chiuso un ciclo di eventi, un momento della mia vita, un viaggio appunto.

Tuttavia quello stesso biglietto che mi aveva riportato tra i miei cari, i miei amici (conoscenti?!), nella mia casa, nella mia terra, aveva cambiato tutte le carte in tavola: quel biglietto chiudeva sì un viaggio, ma allo stesso tempo ne riapriva un altro, perchè mi diceva che da lì a due settimane sarei dovuto ritornare in Germania. Il viaggio di ritorno a casa era in realtà il viaggio di andata in Italia e quello che era a tutti gli effetti un rientro era anche una partenza. E così ho imparato a convivere con questa confusione, la mia casa è sia in Italia (bellissima, grande, in campagna) che in Germania (piccola, umida, in città), le mie vacanze sono nella terra dove ho sempre vissuto, e la mia quotidianità si svolge in una terra straniera.

Oggi si è chiuso un altro viaggio. Adoro viaggiare da solo, non parlare con nessuno e osservare tutto ciò che ti succede intorno. La famiglia straniera all'aeroporto, il signor Watanabe atteso al Gate, la tettona teutonica seduta accanto a te sull'aereo, il signore inglese anziano che maledice la biglietteria automatica di Francorforte. Quando viaggio da solo sono come un osservatore silenzioso, come una telecamera di un reality show, vedo storie che quando si viaggia in compagnia non si riescono a cogliere. Sono un punto di vista esterno, nessuno bada a me e non devo rendere conto a nessuno. L'aereo o il tram sono in ritardo? Nessuno mi aspetta. Voglio fermarmi su una panchina? Perchè no? Viaggiare da soli, è una di quelle cose che andrebbero provate, perchè ci si ritrova a rendere conto solo a se stessi, immersi in lunghi pensieri che toccano argomenti che non si ha mai il tempo e la voglia di trattare. Quando si viaggia da soli, il paesaggio che scorre fuori dal finestrino del treno non è più una macchia verde, ma sono alberi, radure, colline e case; quando si viaggia da soli, anche un imprevisto non è più una scocciatura, ma una piccola avventura, una sfida da superare con le proprie forze e basta.

Ora che è rientrato anche G2, il viaggio è davvero finito, da domani si rinizia con la routine, in attesa di un vostro viaggio magari: ora tocca a voi, noi vi aspettiamo.

sabato 5 giugno 2010

Link della settimana N. 4



Tanto tempo, a causa delle manovre delle Forze della Luce, iniziai a giocare a World of Warcraft. Imbevuto di autentica ingenuità e amore per il Gioco di Ruolo (quello originale) diedi (o tentai di dare) alla nostra Gilda una personalità che, appunto, si rifaceva al gioco di ruolo vero e proprio (che non è quello dei videogiochi). Ci voleva qualcosa che unisse la narrazione e lo stare insieme a cazzeggiare e questo qualcosa fu la TTE: Tale Telling Evening, durante la quale i membri di gilda si incontravano in località pittoresche e raccontavano a turno una storia su di loro (sui loro PG intendo) o sul mondo di guerrafonda. Va da sè che WoW non era il gioco ideale per questo genere di cose... anzi il MMORPG in genere non è adatto a queste cose (preziosa eccezione The Chronicles of Spellborn). I MMORPG sono per lo più abitati da grinder, farmer, Epix, lololol e gente di questa risma... Il collegamento con il link di questa settimana mi pare evidente... ci andiamo?

martedì 1 giugno 2010

Lettura compulsiva e pigrizia connaturata


Un commento di Spocchiagirl mi ha dato il là per questo post, una vecchia mail (riadattata) il resto della musica.
Un post che parla di
anobii, ma non è su anobii.
È sulle mie necessità di lettore mancato.


Grazie alla Lega dei Supereroi (cui attribuisco ogni responsabilità) sono arrivato a conoscere anobii.
Per un esule che non ha più sottomano la sua biblioteca personale e i libri che ha con sè li tiene nello scaffale alto dell'armadio la biblioteca virtuale restituisce la soddisfazione di poter ammirare le copertine dei propri libri, il colpo d'occhio... vabbè il colpo d'occhio non è proprio lo stesso, mai avuto uno scaffale così ordinato in vita mia.

La vetrina comunque non é l'elemento più importante.
Sono le possibilità di archiviare, condividere e soprattuttto di inserire delle note relative ad ogni pagina del libro che mi attirano.
È una cosa che ho sempre voluto fare (su alcuni libri l'ho fatto, ciao Dublinesi) ma per la maggior parte ho evitato per non rovinare il tomo (odio scrivere sui libri dai tempi delle elementari! Ciao Maestra Agnese).
Quello che mi darà davvero gusto in futuro sarà poter cliccare uno dei libri, rileggere le mie note e ricatapultarmi per un attimo nel mondo del libro, con le sue emozioni e riflessioni.

Mi sono accorto che, purtroppo, per quanto bello, un libro tende a sparire dalla mia memoria. Ciò che rimane più a lungo è l'impressione generale (mi è piaciuto oppure no), quando invece spesso mi imbatto in passi che dovrebbero essere sempre tenuti a mente, per la genialitá con cui sono scritti, il messaggio ecc.
E ritengo che l'informatica per creare e gestire archivi sia lo strumento migliore.

Certo non mi rileggerò un altra volta "Il Signore degli Anelli" solo per mettere delle note online, ma mi riprometto di farlo con i libri che leggerò d'ora in poi.

E non sottovaluterei neppure la possibilitá (oggigiorno scontata e sicuramente non esclusiva di questo servizio) di visitare le librerie d altri lettori ed entrare in contatto con loro. Potrebbe essere una vera e propria ancora di salvezza quando non puoi andare al Circolo letterario dei tuoi amici a commentare e il tuo coinquilino deve ancora leggere 3 o 4 libri prima di giungere a questo.
Certe volte hai troppo bisogno di commentare delle pagine.
MA... (c'è sempre un MA in questi casi) Ho paura degli effetti collaterali, ho paura di cominciare a leggere solo per poi scrivere i commenti, o di rovinarmi il gusto della lettura... di trasformarla in un lavoro come a volte succede per i videogiochi. Questo del tempo libero è un problema generale. A volte smania così tanto di potermi dedicare ai miei hobbiTs e alle mie passioni che non appena ne ho la possibiltà mi ci fiondò anche se poi magari... non ne ho veramente voglia, lo faccio solo per... non so... per abitudine?

Ed eccoci al paradosso di queste vacanze: tempo libero a profusione ma il MAC sventolato. Impossibilitato a giocare, mi riscopro lettore, scopro di avere tantissimo tempo (ho addirittura del tempo libero dal tempo) per fare tutto quello che avrei desiderato fare mentre ero in ufficio, ma mi riscopro troppo pigro per fare qualunque cosa, a volte anche per leggere...

E ora scrivo post sconclusionati mentre mi vedo "La bella mugnaia" su rai3...
Pigro... pigro...