lunedì 9 agosto 2010

La retrovia


Qualche giorno fa (rispetto a quando scrivo non a quando pubblico) mi apprestavo a togliere i vestiti dallo stendino e a piegarli per riporli nell'armadio.
Il compito, come la maggior parte delle cose relative al vestiario, mi era e mi è inviso, quindi solitamente cerco di sbrigarmi. Ripongo tutto in fretta e furia e mi dedico a cose molto più divertenti e ludigubriose.
Ma era un giorno speciale.
Avevo appena acquistato Starcraft 2 ed ero di buon umore, inoltre il fatto che il suddetto SC2 richiedesse qualche ora per essere scaricato (grazie iSamus per il tip dell'upload, è passato così tanto tempo dai tempi del 56k che non ci pensavo più!) mi costringeva ad avere tanto tempo libero senza poter usare internet (la banda era ovviamente prioritariamente assegnata al download).
Così per passare il tempo mi sono messo a piegare i vestiti con cura. Ma lo sapete che certe magliette se le pieghi bene sembrano quasi stirate? Mappensate...
Nella certosina opera di piegatura mi sono ritrovato in una dimensione di intimo contatto con le mie magliette che non avevo mai esperito prima, nonostante le indossi tutti i giorni.
Piccola premessa: sebbene non ci abbia mai riflettuto sopra, le magliette sono forse il mio capo d'abbigliamento preferito, ricordo innumerevoli liti con mamma che pretendeva di dover buttare quelle vecchie, scolorite e coi buchi sotto le ascelle ed io che le difendevo a stampella tratta... Purtroppo da quando ho lasciato il nido nessuno è rimasto a difenderle...

...

Dopo aver osservato il minuto di silenzio, posso proseguire.
Tra le varie magliette stranerd inneggianti a Portal o a L4D ce ne era anche una che a guardarla mi sono quasi commosso. A riscoprirla intendo, perchè continuo ad indossarla tutti i giorni...
Parlo della maglietta che ottenni a Cantalupo quando partecipai ad ARTEr.i.e. con il mio "asilo" teatrale. Davano una maglietta a tutti gli artisti che partecipavano, di un colore diverso a seconda dell'arte... in realtà, se non ricordo male, quelle per gli attori erano finite e ce ne dettero di nere che non ricordo a cosa si riferivano... ma andavano bene tanto facevamo i mimi quella sera.
È stata una gran serata, ho guadagnato due o tre pasti (sono tornato a consumare i buoni che ci hanno dato anche la sera dopo), ho preso in giro le vecchiette offrendo loro frutta inesistente, ho trasportato vetri e massi su per le salite di Cantalupo e soprattutto ho passato l'intera nottata a lottare con dei bambini che mi avevano eletto a boss di fine livello della loro estate, e abbiamo lottato tutta la notte. Io ero il triplo di loro ma loro erano 3 volte di più! In più avevo l'handicap di non poter emettere alcun tipo di vocalizzo perchè "i mimi non pallano", ma quante ne sapevano quei mocciosi.

Però mi sono divertito. E non riesco a capacitarmi del fatto che non faccia più queste cose.
E sono convinto che tornerò a farle, non so perchè.

Comunque da quella sera la maglietta venne di fatto arruolata tra le file delle truppe d'assalto, l'elite del plotone di stanza nel mio armadio, con i gradi guadagnati sul campo.

AT-TENTI!!!

Le ho assegnato un posto vicino alla maglietta-che-non-può-essere-indossata, che sebbene abbia una storia altrettanto affascinante è ancora intonsa, essendo stata indossata una volta sola.
E qui arriviamo alle note dolenti, le condizioni attuali della maglietta.
Inizia a risentire del peso degli anni e dei viaggi. È un po' scolorita, sgualcita, il tessuto è liso, le scritte sono un po' sbiadite.
Ma sempre leggibili: FA DELLA TUA VITA UN'OPERA D'ARTE. Un inno, un motto, un monito, un consiglio, una filosofia... qualcosa che ho indossato fino ad ora, e spero di continuare a portare con me anche dopo il congedo.

Spaventato la controllo con più attenzione. L'anno scorso una flotta di tarme razziatrici ha attaccato il distaccamente dell'armadio-di-legno ferendo alcuni dei miei fanti in malo modo (alcuni hanno addirittura dovuto lasciare il servizio) e solo con l'uso delle armi chimiche siamo riusciti a respingere le incursioni.
Tutto a posto. La mia prediletta era uscita indenne anche da quello scontro.
Rimane il fatto che ormai -sigh- ci siamo. Non credevo che le magliette potessero invecchiare, ma questa lo ha fatto.
Ho dovuto ammettere che arriva il momento in cui alcuni oggetti non possono più continuare ad essere usati. Non perchè io mi sia stancato di loro, ma per rispetto a tutti gli anni di servizio resi. Non meritano di finire distrutti.
Sono come i francobolli. Possono essere collezionati prima che si rovinino ma sempre e solo dopo che hanno compiuto il loro dovere.
E lei il suo dovere lo ha fatto. Dopo lo straordinario esordio mi ha sempre accompagnato: sul primo posto di lavoro, alle cene con gli amici e, passando per la Polonia, fino alla mia ultima fantastica avventura: la campagna di Germania, dalla quale ancora non mi ritiro.
Ma è giusto che qualcuno lasci il fronte.
Ovviamente non sto parlando di buttarla, ma creero una retrovia nel mio armadio, dove terrò le magliette di riserva, che non possono essere buttate, ma nemmeno sprecate nella quotidianità.
Le dispiegherò solo nelle grandi occasioni delle parate o nei casi di estremo bisogno (può sempre capitare di ritrovarsi senza vestiti puliti quando non hai la lavatrice in casa).
Magari dentro l'armadio batterà la stecca alle novelline nerdmagliette, che coi bambini ci combattono solo online.

E non chiamatela vecchia, ma Veterana!!!

RI-POSO

0 commenti:

Posta un commento