lunedì 16 agosto 2010

La Porta Oscura: Il Viaggiatore (+ i young adults)



Tanto tempo fa, un mio amico all'Università (bella Tizio), che già viveva da solo, mi disse che per la prima volta aveva preparato il tiramisù.
"E come t'è venuto?" chiesi io, scettico fanatico del tiramisù.
"Mah... a vederlo non è sembra un granchè, ma alla fine se metti insieme cioccolato, mascarpone, uova e savoiardi... nun pò venì male!"
E infatti, seppur lontano anni luce dal mio tiramisù preferito (Ciao Mamma), era buono e lo mangiai con gusto.

Passando all'oggetto di questo post: questo libro non è un tiramisù!
È didascalico, lontano da ciò cui vorrebbe esser vicino (me=lettore), ed è pure trasandato.
Ma ha una bella copertina ed ha veicolato un'evento più unico che raro nella mia vita di lettore.

David Lozano (l'autore) ha una discreta cultura moderna, o forse ha una discreta abilità nell'individuare quali sono gli aspetti che vanno per la maggiore nella cultura moderna, sebbene non mi sembri in grado di farli propri, non sembra appartenervi lui stesso.
La lunga lista di "esperti", in questo o quel settore, che ringrazia alla fine del libro, sembra voler suggerire l'immagine di un montanaro che si improvvisa marinaio dopo aver visitato un acquario. Con l'accortezza di essersi fatto dire dai suoi amici pescatori e bagnini come chiamare la sua nave.

Nel libro c'è tutto ciò che fa tendenza oggi: vampiri (per fortuna questo non sbrilluccica al sole), katane, zombie, MMORPG, Giochi di ruolo, addirittura Dante (Alighieri, si e spero Terror Bromon non lo incroci mai e poi mai), scene che ormai appartengono al classico dell'horror (tipo le scritte sulla condensa nello specchio del bagno per intenderci), altri libri, darkettoni, pantaloni calati con le mutande KC che spuntano e i Temi Superiori... quelli che sono davvero universali, eterni, semplici e complessi, dalle sfaccettature infinite che per confrontartici devi davvero averle grosse: Amore e Morte (Eros & Thanatos).

Ma il tutto non sta in piedi, non convince, è un intruglio da cui non emerge nulla (non è un tiramisù), troppe cose sembrano messe lì solo per far "figo".
I personaggi, liceali, non riescono ad agire, perennemente inseguiti dalle ripetitive descrizioni del loro carattere che lungi dall'essere introspettive ricordano più una gabbia. I protagonisti non ci vengono mostrati tramite le loro azioni o i loro vissuti ma tramite l'oppressivo ritornello di una didascalia che ci tiene a farci notare quanto sia energico A, quanto sia indeciso B, quanto stia maturando C...
Il fatto che questi aspetti della personalità non vengano fuori dal racconto ma devono essere esplicitati per essere fatti presenti al lettore la dice lunga (didascalico).
Tutti i riferimenti a queste culture subculture moderne sembrano forzati, pesanti, non veramente sentiti. Sostituibili (lontano da ciò cui vorrebbe esser vicino).

Ci sono poi altri difetti di forma, che credo si possano imputare a cattiva revisione, gli "errori di battitura" non sono un problema, ci scappano e può succedere che sfuggono alla rilettura, (quanti ne troverò rileggendo questo post tra una settimana?), ma i nomi che cambiano solo all'interno di un capitolo o periodi semanticamente deboli (se non si risponde ad una telefonata è un pò difficile percepire ansia nella voce di chi chiama) sicuramente non rendono il libro migliore (trascurato).

Non mancano comunque le buone idee: l'Alveare di Kronos, l'immane contenitore delle epoche buie dell'umanità, ha un suo enorme fascino, ma non basta.
Un altro aspetto che mi è piaciuto molto è quello grafico, la copertina e le greche scheletriche che incorniciano il prologo sono molto belle e aiutano ad immergersi nell'atmosfera.
Lo ammetto mi sono lasciato ingannare dalla bella copertina :).

Ed eccoci all'evento più unico che raro: una delle frasi del libro l'ho ritrovata para para nel libro che ho iniziato ora ("La Strada" di Cormac McCarthy). Quante volte può capitare di leggere la stessa frase in due libri diversi nell'arco di 3 giorni? Purtroppo non riesco a ritrovarla e non saprei dire se è una citazione come mi sembra di ricordare, se sia una citazione proverbiale di entrambi i libri o solo un caso. Ammetto la mia ignoranza: la frase è: "Ci ricordiamo quel che vogliamo dimenticare e dimentichiamo ciò che vorremmo ricordare" se qualcuno saprà
rintracciarla o fornirmi delucidazioni è il benvenuto.

In finale, mi cruccio un po' a dirlo ma se questo libro me lo perdo durante un trasloco, non ne soffrirò.


Da questa lettura partono mille riflessioni sui young adults categoria di lettori target di questo libro.
Ma chi sono questi young adults? A me un libro del genere sarebbe potuto piacere quando avevo dieci anni, in cui l'età del liceo era ancora un'età promessa che portava con sè il fascino di improbabili avventure, indeterminate possibilità, era l'idea che da grande ti sarebbe successo qualcosa di straordinario (ed in effetti è quello che succede, anche se magari non proprio come le immaginavi). Un young adult dovrebbe essere ben oltre questa età no? Inoltre questi liceali sono dei ragazzini per bene che si preoccupano di chiedere il permesso ai genitori... ma quando mai?
Che i young adult siano dei nostalgici? Io il complesso di Peter Pan ce l'ho ma non aspiro mica a tornare a "quei tempi" per viverli così... È come se si volesse epurare l'adolescenza da tutti quegli aspetti pericolosi che spaventano tanto i veteran adults (per esempio: i genitori). È una cosa finta no?

O forse sono soltanto giovani adulti in cerca di identità... un processo che ammetto gli abbiamo reso difficile proprio noi average adult (alias bamboccioni), che ai nostri tempi abbiamo approfondito e ci siamo appropriati/riappropriati inventati /riscoperto molteplici sottoculture tanto che alla fine ai young adults, per essere originali non rimane che inventarsi i vampiri che sbrilluccicano al sole.

Cacchio sembro proprio un matusa che fa la predica ai giovani smidollati.
Questo cambio generazionale è dunque alla fine arrivato?
Dovrei studiare di più il fenomeno emo o i bimbiminkia per capirci qualcosa, magari sono solo prigioniero delle mie concezioni, ma come si fa a non esserlo?

Perchè anche se non conosco i due fenomeni se non solo marginalmente, la mia mente non riesce a far a meno di pensare che gli young aadults siano dei bimbiminkia cresciuti?

È perchè mi sembra che queste nuove leve siano troppo passive (ancora più di quanto mio padre diceva di me) e aspettano un Deus Ex Machina che gli risolva i problemi, che li faccia essere protagonisti senza sforzo?
Prendiamo Bella di Twilight (secondo me il nome non è un caso). La sua unica caratteristica è di essere gnocca, come Arwen (quella del libro NON quella del film!!!).
Per il resto è completamente inetta. Intendo nel quadro dell'economia della narrazione, lei non agisce ma è vittima degli eventi dai quali può difendersi solo tramite la figura del principe azzurro, reso vampiro solo perchè è più "cool" ma sempre principe azzurro è, con buona pace delle femministe. La stessa Angelica dell'Orlando Furioso era molto più attiva (chissà se Ariosto ha mai pagato un tributo alla classicità: Perseo=Rinaldo, Pegaso= Ippogrifo, Andromeda=Angelica... il mostro marino è sempre lo stesso, poraccio... che c'entra questo? Niente. Segno che devo chiudere il post che inizio a deragliare).
Anche Pascal il Viaggiatore, diventa figo perchè ha una spada magica... una caxxo di spada magica!!! La quintessenza della semantica Proppiana!
So' tutti bravi a fare gli eroi con una spada che combatte da sola, basta che la impugni.

Infatti ai nostri tempi si restava fregati...

PS: Chiedo scusa in anticipo a tutti coloro che potrebbero restarci male leggendo questo post.
È solo la mia opinione dietro la quale, comunque, riconosco il diritto di ognuno ad avere i propri miti, i propri gusti, le proprie opinioni senza che gli altri gli rompano l'anima o li giudichino.
Io che non sono mai riuscito ad avere tutto ciò mi sono dovuto fare 'sto blog :D
Quindi se vi interessa la mia opinione... svejateve e passate ad altro!

2 commenti:

  1. È CHE ADESSO SI SCRIVE, E SI PUBBLICA,QUELLO CHE SI PENSA VOGLIA LO YOUNG ADULT, DELLA QUAL TERMINOLOGIA HO GIà AVUTO MODO DI DIRE: MA CHE VOR Dì?

    Scusate il maiuscolo, me ne sono accorta ora e non riscrivo! Insomma è un discorso che ho già fatto.

    Per quanto riguarda la Bella di Twilight c'è un solo grande topos: il principe azzurro/uomo perfetto che ti idealizza e ti mette su un piedistallo come fossi, appunto, donna angelicata: l'amara realtà è un'altra cosa! :-P

    Diciamo proprio pochi giorni fa, tra l'altr, la condizione di noi donne post-femministe: ci siamo già stancate della nostra emancipazione? È una provocazione.

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  2. Carissima, vulcanica Fedasile, le vacanze devono averti stracaricata, l'impressione che dai da qui è di grande solerzia e attività... bentornata :)

    Sono felice di non essere il solo a provare imbarazzo di fronte al termine young adult... e non è perchè io ormai di young ho solo i capelli imbalsamati in un sacchetto di plastica da obitorio.

    E poi, insomma, voglio dire, se siamo d'accordo io e te significa che deve essere proprio così (vista la picture su 9gag?).

    Non riesco a seguirti nell'ultima parte, quella sulle donne post-femminste... è perché non sono donna? o perché mi mancano i riferimenti?

    Salutame Colui-Che- Non-Deve-Essere-Nominato.

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