domenica 5 giugno 2011

Ode to my Parents



Nel mio pacchetto vacanze fatte in casa, cioè trascorse... in casa, cioè... in Germania (madonna che fatica scriverlo) era inclusa la visita genitoriale.
Era già successo in passato che i miei venisserò a trovarmi. Era ancora il Tardo Medioevo e abitavo nell'angusto regno del freddo e dell'umido. Non c'era spazio, cosi i miei andarono a stare in una pensioncina qui vicino (tra l'altro hanno avuto la stanza di lusso al prezzo di una normale).
Insomma, i miei vennero sì a trovarmi ma non furono ospiti a casa mia.
Loro a casa mia ci abitavano ancora.



Questa volta, invece, ho potuto ospitarli a casa mia in Germania.
E non nascondo di aver provato un genuino moto d'orgoglio nell'accoglierli in casa.
Nei giorni precedenti al loro arrivo ho fatto quel che ho potuto per mettere in ordine e pulire casa, di modo che avessero (una in particolare) poco da ridire e soprattutto poco da indicare come un emergenza nazionale da dover subiro migliorare e aggiustare.

Allo stesso tempo mi sono lasciato qualche lavoretto domestico da parte per poter farlo con loro: un po' perchè da solo non ce l'avrei fatta e un po' per apprendere i segreti trucchi dei genitori nella gestione di una casa.

Come sono andate le cose?
Beh io mi sono solo illuso, di aver sistemato prima del loro arrivo... io credevo, di vivere in una casa confortevole e dalle finestre aperte... ma Loro mi han ancora una volta mostrato la via!

La Madre, ha varcato l'ingresso subito dopo di me e prima ancora che io avessi riposto le loro valige nella stanza di G1 (cui vanno i sentiti ringraziamenti dell'intera famiglia), Ella era già nella cucina a compiere miracoli.
Camminava per la cucina sfiorando gli stipetti con lo sguardo e il cibo sorgeva spontaneo e rigoglioso nella credenza e nel frigorifero... tutto appariva al proprio posto come se quei loculi fossero da sempre destinati ad accogliore e ospitare quel cibo.
Soppressate, 'nduja, biscotti del Mulino Bianco, salsiccette secche, olive (ascolane e non)... una foresta amazzonica di cose da mangiare!
E, ovviamente, immancabile, l'Amaro del Capo.

Il Secondo Miracolo Materno è stato compiuto nel bagno. Ha voluto vedere la lavatrice (una sorta di Altare Sacro nella Casa Dalle Finestre Aperte, venerata dai suoi inquilini con devozione e rispetto).
La Madre decise che era tempo di lavare e ho dovuto spiegarLe come si usava la lavatrice teutonica.
Glielo spiego.
La lascio sola.
I panni escono più profumati e più morbidi di quanto non siano mai usciti.
Eppure gliel'avevo spiegato io come si usava... come ha fatto?
Ha messo l'ammorbidente alla fine?
Eh? Ok ci provo anche io... risultato: mi dimentico di mettere l'ammorbidente... chissà come verrano questi panni... e mi perdo pure un calzino (!?!?!?)

Ovviamente dopo il lavaggio bisogna stenderli i panni.
La guido nel sotterraneo (io stendo i panni nella cantina areata. Normale in un paese privo di sole).
Il Sotterraneo è pieno di scatole, cartoni, pezzi di letto e armadio avanzati, polvere, una valigia...
Entra lei.
Il Sotterraneo ora è più grande.
C'è più spazio. C'entra più roba. Non lo so... ha creato un warp nel giro di 5 minuti e ha allargato lo spazio.
E ha pure fatto apparire delle mollette. E con tutto l'amore di cui solo una Madre è capace mi ha fatto capire che non capisco un CAZZO di come si stendono i panni.
Amen.

L'unico sfogo che posso concedere alla mia frustazione di casalingo umiliato consiste nel riportare in queste stesse pagine che La Madre ha anche cotto un posapentole di sughero nel forno. Fedele al suo ruolo ha seguito la teglia delle lasagne dal tavolo al forno.
Ho detto lasagne?
Ebbene si. E potrei anche dire Pizza e Supplì (4 dei quali sono ancora congelati nel frigo, pronti a donare ancora un po' di amore materno al momento giusto).

E Il Padre?

Ricordo ancora, con sentimenti ambigui, i tanti lavoretti che facevamo insieme a casa. Che mi costringeva a fare. Sottraendo tempo alla passione e al divertimento puerile di un fanciullo.
Lavoretti che però, devo dire, con il proseguire dell'adolescenza hanno iniziato a piacermi e darmi soddisfazione. Fesserie tipo montare una mensola, verniciare una finestra, mettere mano all'impianto elettrico... fino ad arrivare poi ai megalavori... quelli che fai con tanti sacrifici per poi lasciare casa e andare in Polonia... vabbè...

Ad ogni modo decido di chiedergli di aiutarmi a fare i "lavoretti" anche qui a casa mia.
Primo lavoretto: montiamo il nuovo letto a una piazza e mezzo che mi ero fatto portare dal mobilificio due giorni prima del loro arrivo.
Ci sarebbe molto da dire su questo letto. Non è Ikea, prima di tutto. Viene dal Momax. Al Momax nessuno parla Inglese... ma uno parla Italiano. Al Momax non volevo prendere questo letto, ma questo era in offertissima e le misure si adattavano a più soluzioni di arredamento su cui avevo speculato e teorizzato per una settimana intera. Metro alla mano.

Soluzioni di arredamento su cui avevo riflettuto per una settimana intera, metro alla mano, che prevedevano il risicare qualche centimetro qui, posizionare la testiera lì... accontentarsi un po'...

Arriva il Padre e la soluzione si palesa ai nostri occhi non appena entriamo in camera.
Spostiamo l'armadio e il letto calza a pennello nella stanza, nella posizione che più gli si addice. Come una scarpetta di cristallo sul piedino di Cenerentola.
E c'è anche spazio per il comodino! (più in là...)
Se smontare (in parte) e rimontare un armadio e perfezionare un letto non vi sembra abbastanza ecco allora i successivi miracoli del padre.
Con i pezzi avanzati dal letto (ebbene si, ne sono avanzati) ha aggiustato la fibbia della finestra... No non è Mac Gyver, è un Padre!
Al suo passaggio anche il sostegno della doccia ha smesso di cedere e di staccarsi dal muro!

In più ha benedetto tutto il vicinato con il miracolo della russata della prima notte!
E poi ha dormito tanto.
La sua fallacia è stata prettamente geografica. Ha confuso il Meno con il Reno.

Cosi come La Madre si è fatta portatrice dei cibi e dei valori casarecci, Il Padre è stato capace di adattarsi ad alcuni usi e costumi locali. Ad esempio prosciugando 3 bottiglie di Apfelwein, che gli son valsi il "riconoscimento degli straccali", la prima onoreficenza sulla strada del diventare tedeschi.
È infatti tornato in patria con un paio di nobili straccali verdi, tipicamente tedeschi (la prossima volta ci proviamo i completi per intero!) di cui aspetto con trepidazione delle foto. Se continua così in altre due visite diverrà un perfetto bavarese!

A proposito di foto... ho evitato di mettere quelle del cibo. Veniamo da un periodo difficile in cui non riusciamo a smettere di mangiare per cui, sebbene tutto quel cibo italiano andrebbe celebrato, ho preferito mettere solo la significativa foto dei "Genitori con Cato", una chiara testimonianza del miracolo delle "finestre trasparenti", miracolo di cui si è persa traccia dopo la prima giornata di pioggia inquinata a Frankfurt.

Bene, come (mi) dico sempre un post confuso e scalcinato è sempre meglio di niente. Almeno sono altri ricordi che si conservano e che torneranno a galla quando si rileggerà il post, insieme ad errori e sviste.

Quindi sono felice di averlo scritto così come sono felice che i Due siano venuti a trovarmi, anche per loro valgono i mille "lo faremo la prossima volta..." che sempre accompagnano il soggiorno dei nostri ospiti e anche per loro vale il "Tornate presto che già ci (mi) mancate".
Speriamo che valga anche da parte loro il "siamo stati è proprio bene / siamo rinati / sono stato me stesso / Oh! ma 'na birretta?" che spesso riferiscono i nostri ospiti.


PS: La confusione tra i termini "casa mia" e "casa mia" non è dovuta a un cattivo editing... è proprio espressione di una profonda confusione dell'autore che ha qualche problema ad affrontare e risolvere la questione.
PPS: questo mi fa venire in mente una simpatica simmetria.
Qui in Teutonia mi sono trasferito una volta, ma l'indirizzo non è cambiato. In compenso, anche se la casa non è cambiata, è cambiato l'indirizzo italiano in seguito ad una revisione del comune. Curioso eh?

4 commenti:

  1. in piccola parte, con meno chilometri di distanza, credo di aver vissuto anche io qualcosa di molto simile...e fa sempre immenso piacere. Forza e coraggio, che quando verrete in Italia e sarete presidenti della NIntendo Il problema distanza sarà azzerato :)

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  2. grazie, siamo stai "proprio" bene!!!! a presto

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  3. E' sempre un piacere pregno di commozione leggere i vostri post

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  4. Daje Alukard che il prossimo è tuo!

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