sabato 5 novembre 2011

Quelle notti e questi giorni...

... Quelle notti in piena notte, quando sei già a letto da ore. Il corpo dannatamente stanco, esausto.
Gli occhi che piangono pietà, le membra grate del peso del piumone, i sensi completamente estraniati (strafottenti più che spenti), che sbaveresti anche il cuscino, che più che un letto sembra un Nirvana domestico, che non sei proprio in Utero ma se ti ci lasciano prometti che non reclamerai.
Che non ti alzeresti nemmeno per pisciare.
Il corpo dannatemente stanco, completamente esausto.

E il cervello ('sto stronzo) completamente sveglio. Irrefrenabile, galvanico. Finalmente libero dai vincoli della carne, dai suoi bisogni, dalle sue responsabilità e dalle sue necessarie contingenze.
Un demone scatenato che ti istiga con la sua magnificenza.
E mentre ti mostra tutto la sua sfavillante genialità, le sue concrete visioni, riesci solo a pensare: "se solo avessi la forza di prendere un'appunto, di scrivermi qualcosa...".
Non sto parlando di sogni eh? No no, qui siamo svegli e fin troppo attenti. Eppure in un certo qual modo, forse proprio per via del corpo esausto, abbiamo perso un po' il contatto con la realtà e siamo diventati puro pensiero. "Fantasia" direbbero alcuni. "Eroici" replicherei io.
E che tipo di pensieri vengono fuori? I più ispirati. Quasi come se, con tutte le altre persone che dormono, si avesse accesso illimitato ed esclusivo a tutte le risorse intellettuali e artistiche del genere umano. Come quando hai tutta la banda di internet solo per te.



Ti sbocciano in testa interi drammi teatrali che non possono non avere successo. C'è tutto: trama, musiche, scenografie, DIALOGHI... persino il discorso introduttivo a sipario chiuso.
Ti vengono in mente le parole da dire alla tua ragazza per farle capire esattamente come stai in questo periodo.
Crei una geniale ricetta per la cena di domani, gustosa nutriente e veloce da praparare.
Escogiti il metodo decisivo-finale-risolutivo per testare quel processo di cui proprio non riuscite a venire a capo in ufficio.
Hai tutto in testa, nitido, senza difetti.
La lista della spesa.
Il nuovo post per il blog.
Un'intera avventura di Arellian, con PNG, luoghi, colpo di scena e cliffhanger finale! (E pure cosa mettere nella busta di Arellian!).
Il tutto senza porsi problemi logistici, a questo punto sei bello lanciato. Non sono più soltanto le idee geniali, ma anche il delirio di onnipotenza a precluderti il sonno.
Sei genuinamente convinto (dal suddetto Demone cerebrale) che puoi farcela davvero. Da domani mezz'oretta al giorno...
Cazzo mi rimetto pure a studiare tedesco!
E inizio a leggere sto libro che è qua da mesi e mi guarda come una sposa snobbata.
Scrivo quella decina di e-mail a quella decine di persone che mi mancano e li aggiorno su tutto.
E finisco Mass Effect 2, The Path, inizio sto mondo e quell'altro...
E NON C'È IPOCRISIA! NON TI STAI PRENDENDO IN GIRO! LO CREDI DAVVERO!
Lo credi davvero e ne godi.
Non è più solo il calore confortevole del piumone, è qualcosa di più profondo, più ancestrale e, forse, più fondamentale.
Devi solo alzarti e scrivere... prendere due appunti... ma sai benissimo che se muovi un muscolo il pensiero magico svanisce e soprattutto svanisce questa sensazione di benessere legata alla creatività, al compiacimento di quello che stai pensando. Di quanto alto, bello, elaborato sia il tuo pensare.
E poi sei troppo stanco. Ma uno di questi giorni...

... Questi giorni che ti svegli e sei già stanco e fuori è già buio.
Che ti alzi e lavi i piatti della sera prima.
Che se sei furbo e te ne ricordi butti la spazzatura.
Che vai a lavorare e c'è sempre qualcosa che non va, e poi finisci di lavorare e devi pedalare più forte che sennò la dinamo non ce la fa. O pedali come un treno o vai al buio.
E poi vai in palestra.
Rispondi alla commercialista o a qualche altra istituzione del mondo degli adulti.
Lavi i piatti.
Prepari la cena.
Fai la spesa.
Risolvi l'imprevisto quotidiano e/o spendi qualcosa di non preventivato.
Fai la lavatrice/ritiri il bucato (perchè poi si chiama bucato? Non hai usato aiace?).
Il tutto con il cervello in pappa perchè non riesce a stare dietro a tutto con la cura che vorrebbe, è completamente schiavo del corpo e dei suoi bisogni.
Delle necessità, indispensabili, irrevocabili, indelegabili.
Le buone idee disperse, i buoni propositi rinnegati. Priorità ed esclusiva alle pressioni della vita quotidiana, della realtà.
E siccome vivere è reale, il cervello abbozza. Ti serve come farebbe un domestico, un buon maggiordomo alla Pennyworth (solo che qui abbiamo l'euro). Ti organizza la giornata, ti ricorda cosa fare e te lo propone nell'ordine migliore, corre appresso a tutto ciò che devi fare. Fa pippa. E ti fa piottare come un trattoricchio de prima in sallita.
L'unico modo per fermarsi e quello di non farcela più.
Tipo dopo palestra, quando il tuo corpo non vuole proprio saperne e si butta sul letto (tra la doccia e la cena) con l'unico scopo di fregarsene di tutto per due minuti. Puro relax.
Oppure quando vai finalmente a dormire. Quando dici: "Stanotte su sto letto ce lascio la sindone". Quando ti appoggi sul materasso e caschi giù piombo che sembrano passati solo due minuti quando suona la sveglia per tornare in ufficio.
Sempre ammesso e non concesso che il cervello non abbia deciso di prendersi la sua rivincita.
Avete presente no? Una di quelle notti...
... Quelle notti in piena notte, quando sei già a letto da ore. Il corpo dannatamente stanco, esausto.
Gli occhi che piangono pietà...

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