sabato 17 aprile 2010

Altre 90 pagine di "The Name of the Wind"

Perchè scrivo questo post?

  1. Ho voglia di scrivere. Requisito necessario e sufficente.

  2. G1 è impegnato, ha almeno altri 2 libri da leggere prima di arrivare a questo. Non posso mettergli fretta ma, d'altra parte, devo pure parlarne con qualcuno no?

  3. L'idea di un diario da lettore, che descrive il libro man mano lo si legge mi ha intrigato. Vediamo se il tomo riuscirà a spingermi a scrivere nuovamente.

Quale sarà poi il risultato del mio post (e di eventuali successivi altri)?

  1. Generare hype, succede sempre anche se non se ne parla bene... basta parlarne di qualcosa generare aspettative.

  2. Chi leggerà il libro in seguito ne rimarrà probabilmente deluso a causa di quanto sopra.

Il fatto è che man mano che leggo trovo frasi o interi passaggi degni di essere ricordati e mi sono messo a prenderne nota per due motivi: non posso ancora condividerli con nessuno senza spoilerare, e ho paura che una volta arrivato alla fine avrò dimenticato questi passi del libro, vuoi perchè è passato del tempo, vuoi perchè sostituiti da passaggi successivi che per un motivo o per l'altro li hanno spinti agli angoli della mia memoria. E non sono sicuro che se lo meritino.

E a forza di prendere appunti, aggiungervi commenti e riflessioni ecco che il post era quasi bell'è pronto.

Siete avvisati dunque... fuori dalla zona rossa ci sono degli accenni ai contenuti del libro (sarebbe troppo pedante chiamarli spoilers) mentre al suo interno potrete trovare addirittura stralci di brani... che se vi va potete leggere per farvi venire l'acquolina in bocca!

Era da un bel po' che non mi capitava un libro nel libro, una costruzione a scatole cinesi e ogni volta che mi succede mi capita di ripensare sia al “Decamerone” che a “La Storia Infinita” di Ende (che poi in realtà finisce, quella di Ende). Non è straordinario come la mente associ oggetti così diversi?

Comunque, dal basso di pagina 90 (che guardacaso reca il titolo “Interlude”) ho l'impressione che il libro non solo contenga un altro libro ma addirittura altri libri... o per lo meno vi ammicchi, dato che viene menzionata “Lyra e “Below the wall... ma magari quest'impressioni sono null'altro che effetti collaterali dello stordimento dovuto ai ritmi da studente lavoratore single o ancora meglio dovuti al mio atteggiamento “incantato” verso questo libro (effetto hype? Desiderio inconscio di ritrovare un nuovo "Hobbit"? Ah, scusate... non potete capire finchè un giorno non vi racconterò come lessi il primo "Lo Hobbit").

Vabbè volute o meno queste associazione si sono verificate nella mia mente e questo è B E N E. Il prodotto artistico che è capace, non solo di liberarsi dal guinzaglio dell'autore e di arricchirsi del contributo dell'usufruitore è sicuramente... un prodotto artistico!

Ben vengano quindi una, nessuna e centomila associazioni con ciò che è già, in qualche modo, mio.

Questo è ancora niente. Ci sono altre due cose che ho capito leggendo fino qui. O magari un'altra cosa e mezza, dato che sono strettamente collegate.

Ho scoperto il bello del genere Fantasy. Cioè l'ho riscoperto. Perchè ovviamente tanti lo hanno già fatto prima di me, sia sostenitori che detrattori.

Però avete presente la differenza tra la conoscenza tramandata e quella esperita no? Non saprete mai quanto è calda una fiamma finchè non vi scottate. Anche se le cose me le dicono tutti da millenni, anche se le capisco... devo rielaborarle o anche ricostruirle da zero. Solo così diventano per me qualcosa di acquisito veramente.

Il mondo fantasy è inventato, perciò è più facile credere a quegli ideali cui vorremmo credere. Crederci a tutto tondo, senza bisogno di doversi guardare le spalle. Senza l'impellenza della realtà che li ridicolizza.

Quando inizi a fantasticare su come si comporteranno i personaggi quando sapranno quello che è successo hai molta più fiducia in loro che non nel tuo capoufficio. È un male? (ah! Che bello! Col Mac so dove trovare l'accento per la “E” maiuscola!).

Non che questi valori siano completamente nuovi, anzi ho come l'impressione che siano assopiti nella mia mente, concetti conosciuti ma a relegati ad una zona d'ombra della mia coscienza. E che tornano a scintillare leggendo questo libro (e magari altri).

I saccenti lo sapevano fin dalla notte dei tempi che la letteratura Fantasy era un mondo-rifugio per i nerd (intendo gli 0.1) e gli sfigati. Invece di affrontare il mondo e di viverlo per quello che è, si preferisce sognare. L'ossimoro del giorno: non sono mai così realista e cinico come quando parlo di me che sogno.

Arriviamo al punto? È sbagliato tutto ciò?

CHISSENEFREGA!!!

Mi sveglio alle 7:00 vado in ufficio (un lavoro che tra l'altro non disprezzo affatto) poi vado a studiare tedesco rientro alle 22:00 a casa se tutto va bene, fare la spesa, fare i compiti, prendersi cura di sé... Non azzardatevi a rompermi le balle su quello che leggo che sennò mi incazzo eh?

No vabbè scherzo, era solo una battuta. La vera risposta è che non c'è una risposta (altro ossimoro, altra contraddizione), o meglio non c'è una risposta universale. Ogni persona è unica, su queste cose non si può (ciononostante si deve) generalizzare. L'unica cosa che si può dire è che ci vuole misura. La Misura, altro argomento che meriterebbe metrate di parole.

Torniamo al libro.

Essendo un buon fantasy propone anche esso qualcosa in cui il lettore possa immergersi senza esitazioni, senza resistenze. Cosa proponga esattamente non lo so, devo ancora finirlo.

Fino ad ora però mi ha fatto ripensare a "L'Apprendista Assassino" e più in generale al romanzo di formazione. Il romanzo di formazione tramite l'espediente di educare il protagonista, propone al lettore ideali, valori e esperienze di vita. In più essendo fantasy ti propone un mondo dove questi ideali e valori sono ancora più concreti, efficaci, vincenti, sostanziati che non nel nostro mondo “reale” (ecco... un buon libro... ma veramente fatto bene potrebbe forse sostituire un'esperienza? )

Così sto vivendo questa lettura. Lasciandomi trasportare dalla narrazione e godendo nell'incontrare gente per bene ed imparando quello che impara il prarratonista (neologismi!) nel libro.

E mi piace quello che impara e come gli viene insegnato... povero figlio mio semmai dovessi averne uno, probabilmente crescerà in grado di sconfiggere draghi ma non di guidare la macchina :)

Ovviamente, a dirla tutta, i protagonisti (e l'autore) sono sempre uomini (e donne, QuoteRose sarà soddisfatta), quindi alla fine i valori che il padre insegna al figlio sarebbero applicabili anche al nostro mondo... e solo che, come ho detto, ci credi di più quando te li espone qualcuno che non ha mai vissuto nel nostro mondo.

E ancora una volta, come spesso accade quando si buttano giù pensieri a ruota libera per fissarli, fermare il loro turbinio (direbbe qualcuno) per capirci qualcosa, ci si ritrova ancora più confusi.

Ad esempio, ora chi è il Sognatore? Quello che si rifugia nel mondo virtuale (del libro in questo caso) o quello che cerca di imporre gli ideali del libro ad un mondo che continua a rigettarli?

Certo parlare degli ideali di un libro è una scelta di comodo. Il mondo del libro ( a parte "La Storia Infinita”) in un certo senso finisce dove finisce lo scritto. Il mondo reale invece, in realtà, non finisce mai.

Ricordo che queste sono le mie impressioni, il mio modo di vivere un libro Fantasy. So benissimo che c'è invece qualcun'altro che fa il contrario: inserisce la realtà nel Racconto Fantasy. Crepandolo a mio parere. E infatti poi non piace nemmeno a lui. Ma a costui, infatti, si confanno i romanzi storici.

Ed eccoci agli interrogativi finali!

Chi è costui che gode nel rovinarsi una bella lettura? (non leggerai mai sto blog, ma in caso, non ti offendere, rispetto il tuo modo di vedere le cose, finchè non mi ci scassi troppo...

Può un davvero-buon libro sostituire un esperienza in prima persona? Aspe' calma, non intendo sostituirla a pieno, questo lo trovo impossibile, ma fartela interiorizzare, renderla propria anche al lettore. Insomma può un buon libro contraddire il pensiero blu di questo mio post? Ho già in mente una mezza risposta ma non vi più tanto di scrivere.

Chi sono i Sognatori? Che cosa li spinge?

Il mondo è così tetro?

Ciao.



LA ZONA ROSSA

(SPOILER! Lettura consigliata solo a chi non leggerà il libro o ne vuole un assaggio)

Ad esempio a pag 53 Kvothe inizia il suo racconto presentandosi attraverso le sue gesta. Passo dal tono epico degno di essere ricordato, ma non lo riporterò... troppo lungo!

Pag 55. Tra gli altri insegnamenti che vengono impartiti questo ha un che di... vera cavalleria.

Call a jack a jack. Call a spade a spade. But always call a whore a lady. Their lives are hard enough, and it never hurts to be polite.”

Pagina 85, qui abbiamo un interessante discorso sulla superstizione, che tra l'altro si inserisce in un più ampio discorso sulle indagini storiche e letterarie compiute dai bardi e altri artisti girovaghi... Vi riporto una traduzione grossolana.

" Credi ancora che mi abbia dato di volta il cervello?", disse Ben, divertito. "Ascolta, se domani arrivassimo a Biren e qualcuno venisse a dirti che c'erano degli Shamble-men (intraducibile su 2 piedi, ma dovrebbero essere tipo zombie), nei boschi gli crederesti? " Mio padre scosse la testa. "E se fossero in due a dirtelo?" Altro diniego.

Ben si sporse in avanti sul suo ceppo. " E se una dozzina di persone venisse a dirti, in tutta sincerità che ci sono degli shamble-men nei campi che si cibano..."

"È ovvio che non ci crederei," disse mio padre irritato. "É ridicolo."

"Certo che lo è," concesse Ben, alzando un dito. " Ma la vera domanda è: tu ci andresti nei boschi?"

E a pagina 103 (hehe sono andato un po' avanti nel frattempo) si parla di musica e poesia:

"Ricordati questo, figliolo, anche se dimenticherai tutto il resto. Un poeta è un musicista che non sa cantare. Le parole devono prima trovare il cervello di una persona prima di raggiungere il suo cuore, e le menti di alcuni uomini sono dei bersagli tristemente piccoli. La musica invece raggiunge i cuori, non importa quanto piccola o ostinatamente idiota sia la loro mente."


2 commenti:

  1. Forse molti di noi avranno figli che conosceranno i metodi più efficaci per sconfiggere zombie, draghi e vampiri ma che non sapranno guidare la macchina (ma tanto hanno già inventato il cambio automatico e il coso che ti parcheggia l'auto mentre ti metti il rossetto)... o forse avremo figli che si saranno rotti le balle di vivere nel nostro mondo "fantasy" e saranno tutto il nostro contrario. È (io devo usare alt+0200 per fare l'accento)proprio la discussione che facevamo su Il Signore degli Anelli: ci piace, oltre a tutto il resto, anche perché ha creato un mondo completo, perfetto e funzionante, nel quale siamo entrati da ragazzini e non ne siamo più usciti. Ma, soprattutto, dal quale non vogliamo più uscire. E infatti domani ci andiamo a pistare di botte!!!!!!!!

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  2. Non è possibile...
    MA COME FAI ?! Stavo ancora riorganizzando il post e lo hai già letto... forse vi preferisco quando sparate agli Zombie!
    :)

    A presto con un appello!

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