martedì 22 marzo 2011

The Adventure of the Princess and Mr. Whiffle


Disclaimer: metto le mani avanti, sono un fan di Rothfuss e questo potrebbe influire pesantemente sulle mie opionioni sui suoi lavori, nel senso che mi sforzerò sempre di trovarci qualcosa di più... più di quanto non farei con gli altri autori.

Vi è mai capitato di poter immaginare la scena di cui state leggendo in un libro con un'intensità tale da riuscire a immaginare dei dettagli aggiuntivi, talmente appropriati, che seppure non siano stati scritti sulla pagina che avete davanti, sapete che appartengono a pieno titolo alla scena che vi viene descritta?

Credo che su questa intuizione si basi il lavoro di Rothfuss e Taylor: un tentativo di far leggere il lettore senza usare le lettere.
Le immagini in questo libro non sono soltato una decorazione, o una traduzione visiva del testo. Le immagini SONO il testo.

Nel libro ci sono non più di 3 righe di testo per ogni pagina, per un totale di 69 pagine.
Queste righe veicolano informazioni basilari, ma sono un po' come la scintilla di un accendino, il fuoco vero e proprio brilla dalle immagini.
Provate a pensare ai dettagli che,in un libro, di solito sono forniti dalle parole: l'atteggiamento e l'umore dei personaggi, il loro carattere, i loro sentimenti, la descrizione del tempo, della geografia dei luoghi dove avviene l'azione e, ovviamente, tutti gli indizi semi-nascosti sulla possibile evoluzione della trama.
Tutto ciò, in questo libro, sta nelle immagini.
Sono le immagini a fornire al lettore gran parte di ciò che di solito viene fornito dalle parole (ahhh... i Cantastorie con le loro tavole disegnate...).

Si tratta di un esperimento insomma.
Tutte le variabili sono tenute ad un livello basso, per potersi concentrare sulle immagini e svilupparne le funzioni.
La trama è lineare e il linguaggio usato è semplice e diretto, ci sono pochi personaggi (e molti di loro hanno una personalità piuttosto... ehmm... basilare sebbene mai povera, vero Mr. Whiffle?).
Per farla breve, tutto è semplice da raccontare e viene raccontato nella maniera più semplice possibile, sia nelle parole sia nelle immagini.

Credo che gli autori si siano impegnati di più a divertirsi con un nuovo (vabbè proprio nuovo non è, ma magari nel loro caso...) metodo di raccontare le cose piuttosto che nell'elaborazione e sviluppo di un argomento.

Tuttavia, anche laddovè la trasmissione del messaggio avvenga nel modo più semplcie possibile non è detto che il contenuto del messaggio sia scontato o banale.
Nel terzo
(e ultimo) finale del libro, si capisce perchè "non è per bambini".
Si tratta di un finale che solo un adulto può, a mio parere, capire senza neanche tanto sforzo.
O per lo meno è il tipo di finale che ti fa pensare almeno per un attimo, specie se non sei digiuno di qualche nozione di psicologia.

Ho detto che sono un fan di Rothfuss, ma in questo libro devo dire che ho apprezzato di più Taylor :)

Suggerimenti per la lettura?
Alla sera, alla luce di una abat-jour. Colonna sonora: Introjection tratta dalla OST di Evangelion ;).


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