venerdì 21 ottobre 2011

Cronache dell'Alleanza: Nella Tana dell'Orsa, debriefing

Andata
Saluto G1. Siccome gli addii mettono sempre un po' di tristezza, lascio che sia lui ad andarsene per primo (a far spesa). Rimango solo in casa. Prendo l'indispensabile. Il bello di essere maschi è che l'Indispensabile (un laptop e il 3DS) sta tutto in uno zainetto dei giochi olimpici invernali. Solo bagaglio a mano stavolta. Così non perdo tempo all'aeroporto, già atterro tardi e non voglio far aspettare i miei.
Ultime parole famose. Appena arrivato in aeroporto mi metto a cercare i dati del mio volo per sapere dove devo dirigermi (check-in online, nemmeno devo passare dallo sportello). Ho imparato che il modo più rapido per trovare il mio volo sui tabelloni è guardare direttamente la colonna dei ritardi. I primi numeri in giallo che vedete... eccolo là, 40 minuti.
Tiro fuori il 3DS, magari riesco a twittare un po'... no, non trova connessioni... ok mettiamo alla prova le mie doti di retrogamer e tuffiamoci in .


La fortuna di essere un Ambasciatore 3DS è che il tempo ti passa prima, salgo infine sull'aereo, prendo un caffè eretico (perchè ero davvero stanco) , un panino della NASA e mi rimetto a giocare a Zelda.
Non gioco,pweò, per tutto il viaggio. Ad un certo punto guardo fuori dal finestrino.
Viaggiare di notte e senza nuvole mi ha mostrato i neuroni e gli assoni d'Italia in tutto il loro splendore. Sembravano le foto che mi hanno mostrato all'università di tessuto nervoso colorato con isotopi radioattivi, solo che si trattava di città e strade illuminate. La struttura era proprio la stessa, un corpo centrale da cui partono a raggiera dei filamenti più o meno lunghi che lo collegano ad altri corpi. Nostalgia da Università?

Atterraggio. Corro fuori, vedo mamma dall'altra parte della barricata, papà era andato a parcheggiare per la 3a volta la macchina.
Usciamo incontro papà, poi incontro le bracioline di carne fredde e unte ma stracariche di amore di mamma.
Poi non ricordo più molto bene, so solo che ero stancherrimo e che non ho riconosciuto nè la mia vecchia "cameretta" ne l'odore di CASA MIA.
Il letto però sì. Quello sì! Si tratta del letto che praticamente mi ha insegnato come si dorme.
E infatti ho dormito.

Donnole e motori
Il primo giorno l'ho trascorso rispondendo alle incessanti richieste di dettagli dalle truppe d'istanza sul posto. Necessitavano informazioni sul dove e quando ci saremmo incontrati.
Pranzo alla Base Madre. Partenza per incontrare la Principessa delle donnole.
Casino alla guida. Navigatore abbastanza utile. Approdo nella Tana della Donnola, saluti e (ri)presentazioni, esplorazioni dal vivo del territorio, due orette di relax e poi partenza per casa di Swipe.
Delirio alla guida.
La macchina è per me nuova, ha un campo visivo insufficente e completamente diverso da quello della Punto cui sono uso e in più non guido da 10 mesi (come avrete capito sto mettendo le mani avanti).
Navigatore scemo. Incapace di determinare lievi variazioni di posizione o orientamento, ci ha fatto girare in tondo per troppi minuti.
Magheggi con 3 cellulari per chiamare Swipe (approfondiremo i difetti dell'equipaggiamento più avanti) .
Troviamoa Swipe.
ESULTANZA! Siamo arrivati insieme alla Pizza! Nonostante tutto non la mangeremo fredda.
Ultime parole famose.

Nel maldestro tentativo di parcheggiare tocco un'altra macchina, diciamo che l'ho graffiata con il nastro isolante che temporaneamente reggeva in piedi lo specchietto lato guidatore, già danneggiato in precedenza dai miei.
Potete non crederci ma è successo, dopo essermi disincastrato abbiamo verificato ed effettivamente il graffio c'era. Fortunosamente la macchina era di un vicino conosciuto, quindi lo si è chiamato e a tutt'oggi non ho ricevuto richiesta di risar... nun me fa parla'!!!
Andiamo avanti.
Cena con pizza un po' fredda, bella atmosfera, bella casa, gente simpaticissima! Elefanti! Video inediti degli Afterhours! Mozzarelline! Birra!
...
Birra?!
Dannazione, mi è esploso un sintomo di tedescaggine rifiutandomi di bere... perchè dovevo guidare! Vergogna a me... VIN SANTO!!! (Esplosione di orgoglio italico qui eh :) ).
E poi si è parlato di amici in comune, di inglese, di lavori, di viaggi e di asini. Addirittura mi son state rivolte parole di profonda stima dalla Principessa delle donnole (tipo che so quali videogiochi le piacciono o possono piacerle... che volete so' soddisfazioni!).
Rientro a casa abbastanza tranquillo.

Piccole ragioni di disappunto
Per andare dalla Somma Donnola stavolta non prendo la macchina. Troppo stress il giorno prima. I cari vecchi treni della FR1, perchè no? Magari mi ritornano in mente i vecchi tempi, mi prende nostalgia di univers... aridaje 2 volte in un solo post... mhmm...
Ad ogni modo anche sui binari sono cambiate molte cose. Sulle banchine della stazione di Fara sono spuntate delle enormi tettoie, mentre il sottopassaggio è stato vandalizzato in più e più modi... sono rimasto piuttosto contrariato.
Anche il percorso del treno è leggermente cambiato, nel senso che a Nomentana non passa più vicino al Capanno del Barbone Artista.
I disagi nel viaggio sono invece rimasti gli stessi. Il treno non solo era lento ma fermava 10-15 minuti ad ogni stazione.
Così... sì... insomma arrivo in ritardo. Incontro una donnola profondamente contrariata ma che, per amore della diplomazia ha celato la sua contrarietà e ha puntato a passare comunque una bella giornata.
Di tutto lo shopping che avevamo programmato riusciamo ad andare solo, al volo al centro commerciale di Fiano, in un negozio di elettronica che non mi è mai piaciuto e in cui anche stavolta ho fatto l'acquisto sbagliato.
Poi a Base Madre, cena, ninna.
E si passa alla

Più forme delle nuvole
Decisamente la parte più importante dell'intero progetto!
Alle ormai classiche partenze con ritardo, che han sempre fatto parte della mia vita, l'Alleanza ha aggiunto le nuovissime e originalissime partenze yo-yo.

La partenza yo-yo è uno specialissimo tipo di partenza, ancor più controproducente delle partenze con ritardo, molto difficile da realizzare e che è più simpatico spiegare con un esempio, tanto per far capire bene le complicate condizioni necessarie al loro compimento.
Per non si sa quale motivo la mia Sim Italiana non può più essere ricaricata se prima non mi reco personalmente in un centro del gestore. Non sia mai che sprechi le mie preziosissime vacanze girando per loro. Prendo il cellulare di mamma, tanto staremo fuori pochi giorni.
Anche la Principessa delle donnole dimentica il suo cellulare, che comunque aveva una sim quasi inutile come la mia.
Partiamo. Prima ancora di prendere l'autostrada, ci accorgiamo che il cellulare di mamma è spento... lo accendiamo... ma non sappiamo il pin... e che fai le telefoni? Ti giri e torni indietro.
Come uno yo-yo.
Questo tipo di partenza diverrà piuttosto ricorrente.

Durante il viaggio si fanno scoperte interessanti, come la spaventevolezza dei camion o degli autobus o l'inaffidabilità del navigatore satellitare. Più di una volta siam dovuti tornare indietro e prendere una strada differente, più di una volta abbiamo sentito la voce registrata deriderci con il suo:"Fuori percorso". Proprio in uno di questi ritorni ci ha dato l'occasione per fermarci a pranzare con il lembas preparatoci alla Base Madre... Vitello tonnato, rustici...
Ci siamo fermati sul retro di quello che sembrava essere un monastero, c'era un cortiletto con una panca di legno, una statua di S. Francesco tanta tranquillità un aria frizzante un gatto, una capra e un asino.


Dopo il lauto pranzo, è stato compiuto uno dei più grandi passi nella storia della nostra Alleanza. Abbiamo spento il navigatore satellitare. Tutto ha iniziato ad andare per il verso giusto.
Sulla scorta delel indicazioni dateci da un simpaticissimo e gentilissimi benzinaio di Bastardo (al di là di facili battute il nome non poteva essere più lontano dal descrivere l'indole dei suoi abitanti, ma si sa, Giano è bifronte) siamo riusciti a raggiungere la SS 76 che tra lavori in corso, semafori invisibili e minacciosissimi camion ci ha finalmente portato a Falcioni e al nostro B&B.

Il Revellone è un posto adorabile, dentro ho trovato mobili, odori e sensazioni che mi hanno riportato alla mente casa di mia nonna, complice anche il vicino fiume Esino che da all'aria una certa frescura.

Fortunatamente non sono un giornalista, e sono quindi esonerato dal dover riproporre la cronaca dei giorni trascorsi lì con professionalità, vi sommergerò semplicemente con ciò che mi torna alla mente.
Innanzitutto le indescrivibili Grotte di Frasassi. Se siete interessati date un'occhiata al link o ancora meglio andate a visitarle!!! Nel biglietto è incluso l'ingresso a tutti i musei e le cantine
della zona (avete capito bene! Per degustare il vino locale).
La biglietteria delle grotte è posta in un ampio parcheggio (l'ingresso vero e proprio si raggiunge in navetta), e tutto intorno sono spuntati chioschi e bancarelle, dove le donnole possono acquistare tanti tipi diversi di minerali (pure quelli che con le grotte non c'entrano un...) magliette, elegantissimi grembiuli da cucina, cappellini e souvenirs... mentre i maschietti possono perdersi tra un'ampia scelta armi da soft-air, katane, shuriken, coltelli e spadoni a due mani che come tutti sanno fanno parte dell'equipaggiamento di base del buon speleologo (?!?!?).
I più furbi invece lasciano perdere i souvenir e si recano direttamente ai chioschetti alimentari a prendere una piadina con ciauscolo e formaggio al tartufo, servita da una simpatica coppia di anziani e da un fin troppo baldanzoso giovine pargolo che se ce riprova lo impalo con... EHI! Ecco perchè vendono gli spadoni a due mani!



A fine pasto consigliatissimo il Veleno dei Borgia, amaro locale offertoci dal simpatico anziano.

Ma torniamo alle Grotte, sebbene non possa descrivervele posso almeno parlarmi delle emozioni che ho provato: tutte personali ovviamente. Ma mi han messo su una voglia di giocare di ruolo... quello classico: carta & penna. Su un tavolino con un po' di amici, magari proprio dentro le grotte tanto era suggestivo il panorama che offrivano... c'è poco da dire era un vero e proprio Dungeon!
Le varie concrezioni rocciose hanno le forme più disparate e nonostante tutti i nickname attribuiti dallo staff delle grotte, ognuno poi riusciva a vederci una cosa diversa: si andava dalla fetta di pancetta gigante a Babbo Natale, passando per candele, streghe e un azzeccatissimo "Spada di Damocle".
La visita ti metteva voglia di esplorare e un po' ci si sentiva stretti nei binari del percorso guidato, ma d'altro canto la sensibilità e la precarietà dell'ecosistema delle grotte è stata la prima cosa su cui la guida ha puntato la nostra attenzione ed effettivamente, se i visitatori fossero liberi di uscire dal percorso...
Ah! I visitatori! Di gioventù (si fa per dire) c'eravamo solo noi, la maggior parte erano allegri vecchietti in stato di grazia (Vedi anche: Pensione) allegri e caciaroni alcuni, gentili altri, saccenti altri ancora.
C'erano, ovviamente, anche dei tedeschi. Mit Kinder.
Unico doloroso rimpianto della visita alle Grotte è stato l'aver mancato uno dei percorsi avventura, in cui ti imbracavano

Non starò ad annoiarvi (e ad umiliarmi) con tutte le varie partenze yo-yo dal B&B per andare alel grotte, ai percorsi, e ai musei... ce ne era almeno una al giorno.
Nè tantomeno con i giri a vuoto ogni volta che cercavamo di raggiungere in macchina uno dei musei o una chiesa o una fortificazione.
Abbiamo visto, in ordine sparso: Il museo delle speleologia presso l'Abazia di S. Vittore, con tanto di rarissimo fossile di Ittiosauro; Il Tempietto del Valadier, sospiratissimo tempietto dentro una grotta, circondato da un'intera generazione di aspiranti arrampicatori che facevano pratica sulla parete di roccia circostante, sotto il vigilissimo occhio degli istruttori (guardandoli ho provato nell'ordine: vertigini, mani sudate e invidia); l'Eremo di Santa Maria infra saxa, che mi ha ricordato la Rocca dei Paladini del Sole di Arellian; Pierosara e la sua torre (con annessa triste storia romantica), Il museo di Genga, storia, arte, territorio e un Papa che non si capisce bene quando è nato. Senza contare i suoi gatti che prendono il sole e i suoi bagni nascosti.
Ci siamo avventurati in una cava e risalito il crinale di una montagna lungo un sentiero che non si capiva se era battuto oppure no, che aveva una pendenza non dichiarata nelle guide e che solo dopo il ritorno dello yo-yo si è rivelato essere proprio il sentiero che cercavamo.

Poi abbiamo mangiato nei ristoranti alla sera. Mi son finalmente tolto la voglia biennale di pappardelle al cinghiale. Innaffiando il tutto con i vini locali (ah! La mia quest per la Lacrima di Morro d'Alba meriterebbe davvero un poema... o quanto meno una riproduzione ludica).

Il cinghiale che mi è piaciuto di più è stato però quello delle Chitarrine al cinghiale mangiate a Cingoli. Bellissima anche l'avventura che ci ha portato a Cingoli. Siamo partiti (anche qui yo-yo) per andare a Jesi, poi lungo la strada per Jesi abbiamo visto i cartelli per Cingoli (decisamente più lontano) e ci siamo ricordato che uno degli ospiti del B&B, nostro commensale a colazione, ci aveva parlato di un risotrantino di Cingoli... così come i ragazzini abbiamo cambiato di punto in bianco destinazione e ci siamo persi, di notte in mezzo ai tornanti marchigiani... e il ristorante di cui ci aveva parlato non esisteva neppure. Non che siamo rimasti a bocca asciutta, le suddette chitarrine varrebbero viaggi dal kilometraggio ben più lungo.

Mi sto dilungando troppo. Inutile che insisto tanto non riuscirò a trasmettervi tutte le sensazioni di questo viaggio ne tantomeno a descrivervi tutto quello che abbiamo fatto. Lascio un po' di spazio alle immagini.



Come ogni cosa però, anche questo soggiorno a Genga ha avuto una sua conclusione. Così il lunedì mattina salutiamo la simpatica signora del B&B e, a navigatore rigorosamente spento, ci apprestiamo a tornare alla Base Madre.
Il viaggio è stato molto più facile dell'andata, non ci siamo mai persi e anzi, dato che c'eravamo, abbiamo anche deciso una deviazione per Perugia. L'idea era di mangiare là le nostre provviste da viaggio e guardare un po' la città.
Fatalità volle che c'era l'Eurochocolate. Un felice imprevisto dopotutto. Abbiamo girato un po' per bancarelle cioccolatose, ambulanti insistenti, vicoli di Escheriana ispirazione e musiche a tema (Gelato al cioccolato dooolce un po' salatooo).ù



I proci, Saruman e la Lega dei Supereroi
Lasciare Genga e il rientro alla Base Madre non hanno però segnato la fine di questa fantastica avventura. Come ogni viaggio avventuroso che si rispetti anche il rientro a casa offre qualche avventura che (senza nulla togliere ai suoi analoghi sopra menzionati) nel mio caso si è rivelata un'avventura di puro piacere.
La lega dei supereroi che comprende molti dei miei più cari amici, vecchi e nuovi, ha ordito un incontro proprio la sera del rientro da Genga. Ed èstato un evento felicissimo. Forse un po' confuso perchè tra la stanchezza e il tipico caos nostrano non so se sono riuscito "a dare il resto a tutti" come si suol dire.
Ma è stata una serata davvero felice per me e molto meno stressante della solita routine da rientro in patria.
Per questo volevo ufficialmente ringraziare tutta la compagnia, anche coloro che non sono riusciti ad esserci (in fondo era un giorno infrasettimanale) e mi riprometto che la prossima volta tocca a loro.
Grazie a tutti voi (tranne a Chico sennò Flaghnar se incazza), mi ha fatto troppo piacere rivedervi!

Ritorno
Ed ecco il vero finale di queste ferie di Ottobre.
Finiscono quasi come sono iniziate.
Io in un aeroporto, con il decollo ritardato di 20 minuti, questa volta con il 3DS scarico, nessuna presa libera per ricaricare. Ma fortunatamente ho un libro, datomi in pegno dalla Principessa delle Donnole (oddio un nick più corto per lei non potevo trovarlo...): Soffocare di Palahniuk.
A parte il fatto che non mi aspettavo fosse così imbarazzante, ho rosicato un po' nell'iniziare a leggerlo. Sono mesi che aspetto di iniziare The Wise Man's Fear, e ora ho dovuto rimpiazzarlo con questo per non morire di noia all'aeroporto...
Arrivo a casa tardissimo e vado a dormire.
Da qui in poi è tutta routine tedesca.

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