sabato 12 giugno 2010

Il Planetario di Cosimo




Rientrato dall'Italia. Ormai è troppo tardi per ripercorrere gli stati d'animo e le allegre vicissitudini del viaggio di rientro (vi abbasti di sapere che sul tram che mi riportava a casa c'era un ragazzo con un rosario in mano che si vomitava addosso).
Di queste vacanze però mi rimane un ricordo in particolare. Una di quelle cose che inevitabilmente ti fa fare un un confronto tra Italia e Germania, ma che in realtà è semplicemente tra Francoforte e Farfa, perchè anche se tendiamo a generalizzare è bene ricordarsi che l'unica realtà tedesca (e nemmeno tanto!) che conosco è Frankfurt.
Portando a spasso i nostri amici teutonici ci ritroviamo a Farfa.
E qui ci imbattiamo nel "Planetario di Cosimo"
(cliccateci sopra per la descrizione ufficiale) opera ispirata a "Il Barone Rampante" di Calvino , un residuato dell'edizione 2007 di 20eventi.
Una splendida idea e una splendida opera a mio parere.
Davvero qualcosa che sarei andato fiero di mostrare agli amici tedeschi... non fosse per lo stato di incuria e abbandono in cui versava il parchetto che la ospitava. Erba alta... troppo alta per camminarci in mezzo, cartelli sporchi e a volte illegibili e pianeti che penzolavano dagli alberi come fossero l'insegna di un vecchio saloon abbondonato in una città fantasma di Red Dead Redemption...
Mi ha messo addosso non tanto tristezza quanto rabbia... sarebbe stato qualcosa di veramente bello da vedere ma invece dopo tutto quello che si è fatto per realizzarlo è stato abbandonato, sforzi nullificati. È proprio vero che uno dei maggiori problemi dell'Italia è nella manutenzione di quello che si ha. Siamo ottimi creatori ma pessimi mantenitori... e tutto va a scatafascio.
La cosa strana e che 20eventi è ancora in auge a quanto pare e la Sabina è piena di cartelli che la pubblicizzano.

L'aspetto fatiscente,comunque, mi ha riportato alla mente un'inaugurazione di nuovi giardini pubblici cui assistetti da piccolo al paese vecchio... con il sindaco (o chi per lui) che mostrava con orgoglio il prodotto dell'impegno della sua amministrazione: panchine di plastica, altalene di ferro, una sabbiera... ed io ne ero affascinato ed ammaliato: un posto coi giochi per i noi bambini che figata!!!
Dopo essermi trasferito, sono tornato a visitare il paese della mia infanzia... i giardini erano una discarica: le panchine di plastica rotte, i giochi in legno scheggiati, le immancabili "scritte coi cazzi" ovunque, le altalene arrugginite... i miei amici mi dissero che era così da anni ormai.
Ora al di là dell'incuria e della famosa legge che: "all'estero la proprietà pubblica è di tutti e in Italia la proprietà pubblica è di nessuno" (che in combo col fatto che ognuno bada solo alle sue proprietà produce una teoria esplicativa di molte cose) e tralasciando di parlare di vandalismo che rientra nel più generale discorso sul senso civico, la mia mentalità da italiano sospettoso mi ha mostrato un'altro aspetto della faccenda.
Una vocina si è levata dalla mia coscienza e mi ha detto: " E che ti aspettavi?"
Probabilmente quel giardino era stato allestito con l'unico di scopo di avere qualcosa da mostrare al pubblico di elettori. Ogni altra spesa per soddisfare altre necessità (come ad esempio la longevità) sarebbero state superflue. E che ti puoi aspettare se fai le panchine in plastica? e ovvio che non reggeranno alla normale usura del tempo. E le altalene? A meno che gli adolescenti non si divertissero a lanciarci contro secchiate d'acqua, non si può certo attribuire la ruggine al vandalismo...
Qui a Francoforte le panchine sono di pietra, solide e inamovibili, al limite con il trascorrere degli anni ci cresce il muchio sopra, le altalene in legno di sequoia trattato con grasso di foca e le catene in Mithril lavorato dai nani di Moria: fatte una volta, permangono e le amministrazioni successive possono investire in qualcos'altro migliorando ancora di più i servizi offerti dalla città.

Naturalmente non tutto è oro quello che luccica, ma sono sicuro che se il Planetario di Cosimo fosse stato qui lo avrei trovato in buone condizioni.
O forse è solo una favoletta che mi racconto per non sentire nostalgia dell'Italia.
Magari il giorno dopo sarebbe arrivato il giardiniere e avrebbe ripulito tutto, anzi se magari qualcuno passa di lì potrebbe dare un'occhiata al parco e farmi sapere?

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