domenica 13 febbraio 2011

Teatro e matrioske




Alla fine ci sono andato.
A vedermi un spettacolo di teatro in tedesco.
Ammetto di dover ringraziare una certa Margherita, altrimenti la mia innata pigrizia e senso del disagio mi avrebbero lasciato in casa a dire: "prima o poi ci vado".

Di che si trattava?
Uno spettacolo ispirato ad Alice nel Paese delle Meraviglie. In scena c'era solo un'attrice, il tecnico del suono... ad un certo punto è entrato in scena un neroconiglio muto.
Insomma non era proprio un monologo, ma sicuramente era uno spettacolo basato su una sola persona.
La storia di Alice gettava le basi ma il vero argomento della rappresentazione era la ricerca dell'Io, dell'Identità... un tema piuttosto ridondante a teatro.
D'altra parte, se non sono i teatranti i massimi esperti (sani) di identità ruoli e interpretazioni allora non so chi...

Allora descriviamolo. Ci provo, ma
prendete quello che scrivo col beneficio del dubbio: non è che sia riuscito a capire cosa diceva l'Alice tedesca... il tedesco è troppo innaturale per me. Ho saputo riconoscere i vari personaggi, stregatto, cappellaio... e le scene classiche del romanzo ("Essen mir!")
Scenografie essenziali, che è come dire (almeno nella mia esperienza) che il budget non permetteva di investirci troppo. Ma quando hai un telo su cui proiettare, un proiettore e un tecnico video che ti passa pure i biglietti per andare a teatro... HAI TUTTO!
Oltretutto le proiezioni si prestano bene a rappresentare l'onirico Paese delle Meraviglie e devo dire che i due tecnici (audio e video) han fatto gran parte dello spettacolo. Irrealizzabile senza di loro e la loro tecnologia, non me ne vogliano i puristi (Leonardo da Vinci se avesse avuto un PC col cavolo che faceva il pittore...).
Quindi ecco apparire la bocca di Alice sullo sfondo, e diventare una porta, o un insetto fastidioso a seconda dei casi. Eccola spostarsi dallo sfondo sul corpo dell'Alice reale che cerca di scrollarsela via finchè non le si "posa" sulla bocca vera e la sovrapposizione ricostruisce un altro pezzetto di Alice. Vai a capire tu se è stata una riconciliazione o un imporsi di una proiezione esterna all'Io di Alice sulla stessa...

Il primo ad entrare sul palco è il tecnico del suono... vestito da Alice, che richiama un po' l'attenzione del pubblico semplicemente entrando e restando un po' fermo prima di mettersi a lato del palco, dove una console, un mac, un microfono e un numero indefinito di cavi lo attendono.
Non fa assolutamente niente, ma è maldestro nel farlo, insomma quando si mette alla console è un sollievo sapere che non è uno degli attori.
Un mossa ben congegnata comunque. Col suo entrare in scena ha reso il pubblico recettivo e curioso, col suo non far niente lo ha lasciato in bilico tra il disappunto e l'attesa. Quando la "mente" del pubblico (lenta per antonomasia) ancora non ha deciso se lamentarsi per la mancanza di azione dopo l'attesa iniziale, o se sta ancora attendendo; un po' come gli innamorati all'inizio di una relazione che aspettano una reazione del partner...
Un momento minuscolo che richiede un gran tempismo per essere colto e a questo punto... entra lei: Valery Tscheplanowa, anche lei vestita da Alice, come il fonico ma al contrario del fonico il suo semplice entrare in scena è già azione teatrale. Tutto di lei strilla che è un attrice, che quello è il suo palco e che noi, suo pubblico, questa sera saremo suoi ospiti.
Entra ci guarda e in un sorriso si presenta e ci da il benvenuto nel suo regno... una classe accentuata ancora di più dal contrasto con il goffo ingresso del fonico pochi secondi prima.
Non capendo una ceppa di quello che dice inizio a farle le lastre.
Fisico esile, ma non gracile, una muscolatura fatta di fasci di nervi più che di muscoli. La chiamo la muscolatura segreta degli attori, invisibile ma con la quale riescono a far tutto, spesso senza bisogno di sforzarsi, come dimostra lei stessa più avanti, quando tiene in braccio il fonico (certo ha un po' di forza nelle braccia ma la vera abilità è stata nell'assumere e mantenere con naturalezza una postura adatta, ben piantata sulle gambe, nel momento in cui il fonico-alter ego le saltava in braccio). E mentre lo tiene in braccio recita "con lui" un'intera discussione (Alice Vs sè stessa)...
Ero poi abbastanza vicino da vederle il volto, la sua faccia si trasformava in continuazione nell'interpretare i vari personaggi che Alice incontra, un angolo della bocca rialzato, un occhio socchiuso, ed ecco lo stregatto o il brucaliffo.
E il viso era niente... la voce! Ho avuto l'impressione che passasse attraverso tutto lo spettro udibile umano. Ti cambiava impostazione e tonalità con un attimo e anche dopo quegli acuti che solo una donna può lanciare era poi in grado di parlare normalmente senza accusare minimamente il cambio. Non è una cosa insolita per un'attrice, lo dico solo per sottolineare che lei è proprio un'attrice!
Che altro? Ha saputo crescere e salutarsi i piedi da altezze infinite, poi rimpicciolirsi (il tutto sempre sconvolgendo il corpo in spasmi alla Regan MacNeil, ma anche questo, credo, si impari presto nella gavetta di un attore.
Ha saputo improvvisare, proseguire imperterrita di fronte al malfunzionamento di un oggetto di scena e riattivarlo alla prima occasione, con noncuranza.
Ha saputo anche trasformarsi in una burattina, mossa dal fonico nella finzione scenica, completamente padrona dei suoi movimenti altrui nella realtà tecnica della scena.
Ogni volta che recitava in coppia con il fonico poi (che come avrete capito oltre a fare il fonico ogni tanto interveniva in qualità di doppio di Alice) diventava evidente che lui poverino non riusciva a starle appresso, lei parlava per due, spesso il fonico muoveva solo la bocca. Lei cavalcava la scena lui arrancava.
Ma attenzione! Non voglio denigrare Kornelius Heidebrecht. Semplicemente, ripeto, non è un attore. Ma il suono... quello lo sapeva creare. Tutto era in diretta, nulla era registrato e se pure lo fosse stato... era stato registrato in diretta. Alice è stata registrata in scena e più avanti le sue stesse frasi sono state usate per creare dei dialoghi con l'Alice presente e quella delle registrazioni.
Volevate cercare l'Identità con tutte le sue contraddizioni? Eccovi accontentati, litigateci un po' voi con le cose che avete detto 10 minuti fa e restate coerenti.
Ma qui già parliamo dei meriti della Regia, aspettate che prima finisco con il Kornelius.
Era tanto fuori posto e dipendente da Alice quando recitava quanto Valery era poi dipendente da lui durante lo spettacolo.
Lui le metteva le canzoni, lui le passava le sue stesse battute, lui faceva in modo che le sue parole finissero esattamente quando la musica iniziasse e sempre lui dava vita all'invisibile mondo delle meraviglie che la circondava.
Impossibile dire chi si preoccupasse di seguire il tempo dell'altro durante le interazioni suono-voce (ottimi mistificatori) ma ho avuto l'impressione che fosse lui a sbattersi di più per permettere a lei di gestirsi i tempi di scena come meglio credeva. Lei era la regina del palco, lei percepiva l'umore e l'attenzione del pubblico e a lei toccava incantarlo e sostenerne lo sguardo e le aspettative, quindi secondo me era lei il metronomo (impazzito) dello spettacolo, e complimentoni a lui e alla sua capacità di essersi fatto trovare sempre pronto, alla sua capacità di anticipare i bisogni di lei e risolverglieli.
Insomma, lei doveva capire il pubblico e la scena e agire di conseguenza, ma lui doveva capire lei. Tanto di cappello.
Ora, le idee. Difficile dire da dove provenissero, ma mi piace attribuirle alla regia di
Philipp Preuss.
In scena sono state usate delle trovate mooolto azzeccate. Magari non originali ma perfettamente funzionanti e aderenti allo spettacolo.
Le varie Alici che scappavano fuori un po' dappertutto, lei che parla con sè stessa senza mai capire chi è se stessa, è come se dentro ogni Alice ve ne sia un'altra, non sempre d'accordo con quella di fuori.
Ad un certo punto ha preso una scatola nera... e si è seduta (e qui potrei mettermi a parlare di come si è seduta, del perchè quello scatolone rettangolare non le sarebbe mai caduto e perchè lei non sarebbe mai caduta dalla sedia e di come oltre che funzionale la sua posa era pure elegante...). Ad un tratto ha fatto cadere dei brillantini sulla scatola e contemopraneamente dei brillantini (credo fossero dei tagli di carta argentata) hanno iniziato a cadere su di lei riflettendo un po' ovunque la luce dei riflettori.
Poi ha girato fronte-retro la scatola e se l'è messa in testa. Su quello che era il retro, e ora era il fronte, c'era un sipario e la scatola stessa era una riproduzione abbastanza fedele del palco.
Credo sia stata la prima volta in cui ho visto recitare contemporaneamente su due palchi.
Uno in cui c'era solo il faccione gigante di Alice e l'altro in cui c'erano le sue mani, il fonico e tutto il resto...


Ho scritto abbastanza? Credo di si e temo di aver anche esagerato sull'onda dell'entusiasmo.
Vabbene, chiudo con il finale.
Forse un po' esagerato, io sul finale sono abituato ai saluti in tre tempi, qui invece sono entrati e usciti 7 o 8 volte... è stata un po' avida di applausi (era sempre lei a prender per mano il collega e a trascinarlo dentro e fuori dal palco... lo dicevo che era lei il boss no?)... ma in finale se li è meritati.

PS: Dimenticavo! La foto qui sopra, voi vedete lei che si ripara dalla pioggia con un ombrello. Non avete visto lei che capovolge una bottiglia (agilmente fornitagli dal suo cavaliere-fonico) d'acqua sulla punta dell'ombrello e si siede con la sua pioggia personale al centro del palco. Un trucco che mi è piaciuto un gran tanto.
Ho pensato a iSamus quando lei, alla fine della scena, ha poi gettato via la bottiglietta ancora semipiena che è volata via sprizzando acqua in tutte le direzioni, per posarsi a meno di un metro dal Mac del fonico...

2 commenti:

  1. ma gli occhialini 3D si pagavano? te li sei tenuti o li hai dovuti restituire?

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  2. Pesa, un giorno ti inizierò alla vita-senza-gadget.
    Un universo alternativo in cui la gente sopravvive senza ammennicoli.
    Non ci credi?
    Allora sappi che in Egitto sono (quasi) sopravvissuti senza Interwebs.
    E poi c'è un tipo che si è tagliato un braccio col temperino... ed è sopravvissuto!
    Me lo ha detto un amico, ci han fatto pure il film...

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