sabato 12 febbraio 2011

The Witcher



L'icona di questo medaglione mi mancherà. È stata sul mio desktop per quasi due anni ormai.
Era il gioco che non riuscivo a finire, un po' come il galeone di Dylan Dog.
Ebbene l'ho finito.
Recensiro per bene sarebbe impossibile, non ho tempo, seguite il link che trovate qui in fondo o cercatevene uno voi. Sappiate che secondo me nessuna recensione gli rende giustizia.
Voglio sbilanciarmi e dire che The Witcher è il nuovo punto di riferimento per il videogioco di ruolo. Rapidamente posso dire che:
è curato, nei dettagli, nella grafica, nella musica, nel gameplay... non è esente da bug (uno in particolare, ricorda la martellata del Michelangelo al Mosè) ma posso soprassedere dato il palpabile sforzo creativo e artistico.
È fedele al libro, Geralt non è mai scontato, il mondo che lo circonda, anche se fantasy è un mondo di umanità, con tutti i loro difetti e dubbi, magistrale la scena degli accordi presi da due Re e l'immediato paragone con il resoconto "poetico" fatto dal bardo. Per non parlare dei riferimenti...
È denso, succedono tante cose, nelle strade, nelle campagne e nelle corti, ogni cosa succede e si sviluppa però con coerenza e le decisioni prese dal giocatore... lasciano sempre un rimpianto.
È anche toccante, quando gli amici portano Geralt a bere fanno dei discorsi che sono troppo concreti, seppure parlano di romaticismo.

Se riesco a trattare uno dei suoi aspetti in dettaglio allora tratterò dei combattimenti, che sono l'aspetto più rigorosamente ludico, in un gioco dove l'intreccio e la narrazione la fanno da padroni.
Ebbene secondo me potevano basare anche il gioco sui combattimenti e sarebbe stato un prodotto comunque valido.
Non voglio far il figo e metto le mani avanti, ma ho giocato il gioco a livello difficile (ormai sono un estimatore della difficoltà nei videogiochi) ed è complicato. Rende veramente l'idea e le sensazioni (che tensione!) dell'essere un ammazzamostri di professione.
Bisogna agire da professionisti e non farsi cogliere impreparati. Andare in giro con una spada sguainata o farsi cogliere di sorpresa con la spada ancora nel fodero fa la differenza tra un witcher professionista e una colazione per le viverne reali.
A livello strategico, un professionista va in giro stracarico di pozioni e si documenta bene su che mostri sta per affrontare o comunque potrebbe incontrare nell'area. E se finiscono le pozioni, subito in taverna a comprare dell'alcool. Ci sono una dozzina e più pozioni con effetti ovviamente differenti ma mai sbilanciati o assurdi, e un professionista sceglie cautamente quali trangugiare dato che si rischia l'intossicazione...
Ci sono basilischi in giro? Rigigolo dorato! Kikimore? un po' di Tuono! Archeospore? Un filtro di Petri e il buon vecchio Igni... senza dimenticare un po' di Gatto quando si scende nel sottosuolo e ovviamente, immancabile... la Rondine.
E l'aspetto strategico non è tutto... anzi qualcuno mi dice che se ne sente il peso solo giocando a difficile, rimane comunque un concept originale a livello tattico. Sarò sincero, alla prima occhiata non gli ho dato molto credito, ma andando avanti nel gioco, alternare i tre stili di combattimento dei witcher, le due spade (provate ad affrontare umani e mostri insieme!) e scegliere il Segno adeguato, sono diventati una sfida ed un divertimento.
M'è piaciuto anche l'Epilogo, ho apprezzato il contrasto artistico ed emotivo che fa tra una città in fiamme e una distesa desolata di ghiaccio (senza contare quello tra la città fiorente e la città in fiamme...).
Vabbene basta così.
Se poi mi capiterà scriverò ancora... ma non ce la farò... non sono nemmeno riuscito a parlarvi come si deve di Infinite Space, che vantava lo Studio Nue tra i suoi designer...

E con questo ho deciso che la mia prossima fatica sarà un altro gioco che vanta la partecipazione di un altro grande designer.
A giudicare dalle premesse sembra un'altra genialata artistica di Tale of Tales... e attenzione... sembra arrivato anche alla stampa nostrana...

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