martedì 1 febbraio 2011

Come World of Warcraft ha reso il mio corso di Tedesco un inferno.

Calma, calma... ora spiego tutto.

Ieri, come ogni Lunedì, sono andato al mio adorato corso di Tedesco; dovete sapere che il Lunedì abbiamo una diversa insegnante da quella ufficiale, diciamo, del nostro corso, che fa lezione invece il Mercoledì e Giovedì. La signora Eva Nera (Frau Schwarz) è un'insegnante tipica, abbastanza rigida ed esigente, che pretende una certa conoscenza degli argomenti e della grammatica trattati nelle precedenti lezioni. Pur non essendo "cattiva", il suo modo di fare classico, non la rende di certo amatissima tra i suoi studenti (chiedete a G2 per conferma). Se sommate a tutto ciò il fatto che venivo da una settimana di febbre in cui, tra le altre cose, avevo saltato ben tre lezioni del corso, e al fatto che di questo periodo sto facendo diversi straordinari 3D in ufficio, potete facilmente intuire che il mio umore e la mia concentrazione non erano di certo al massimo dietro il banco di scuola.

Nonostante ciò, la prima ora di lezione se ne va indolore, ma rientrato dalla pausa, inizio a intuire che le cose stanno per andare per un verso a dir poco storto e quantomeno indesiderato.

Sul banco infatti mi ritrovo un cartoncino con su scritto "Computer Videospiele machen die Kinder krank" (ovviamente non garantisco sulla corretteza di questa frase... vado a memoria dopo tutto e come detto è stata una serataccia): la frase, per chi fosse a corto di immaginazione o troppo pigro per googlarla, significa "I videogiochi per computer rendono i bambini malati".

Altri cartonicini erano stati assegnati agli altri studenti, e lo scopo di questo esercizio, dopo essersi raccolti tutti in circolo, era quello di parlare dell'argomento assegnato, ed esprimere le proprie opinioni e le ragioni per cui si era o meno d'accordo con la frase scritta.

Ora tralasciamo per un momento il motivo per cui la signora Eva Nera abbia deciso di dare proprio a me quella pesante affermazione su cartoncino, e lasciatemi raccontare ciò che è successo nella successiva ora: un massacro mediatico contro il sottoscritto.

Senza neanche rendermene conto, io e tutti quelli come me, facevamo ammalare i bambini! I poveri pargoli erano senza difesa contro il male videoludico, che li imprigionava in casa impedendogli di uscire a giocare con i loro amici all'aria aperta, come si faceva un tempo (e nota bene che questa cosa non veniva detta solo dall'insegnante che tanto giovane non è più, ma anche da ragazzi di età non superiore ai 22 anni!). A gettare benzina sul fuoco, ovviamente sono arrivati i classici esempi dei giochi violenti, delle scene spinte, della perdita di contatto con la realtà in generale e, come poteva mancare, dei scarsi voti a scuola ricevuti per colpa delle ore passate a (video)giocare.

In questo clima da Medioevo-salotto di Maria De Filippi, mi sono scandalizzato, meravigliato, schifato, ho provato a reagire e a spiegare, a fare esempi così ovvi che mi vergognavo da solo nel presentarli. Non ripeterò qui tutto quello che è stato detto in difesa dei miei amati videogiochi (anche perchè la maggior parte delle frasi è stata costruita in un Tedesco sgrammaticato e orrendo a sentirsi, riciclando sempre quei 4 vocaboli in croce che conosco); vi basti sapere che non ho fatto mancare le inevitabili accuse ai genitori che al giorno d'oggi hanno tutti i mezzi per controllare e gestire al meglio l'hobby dei videogames dei propri figli, i confronti con gli altri media tipo film, libri, Facebook, e in fine la fatidica domanda rivolta all'insegnante: "Ma perchè questa avversione per i videogiochi?"

Sapete già dove sta andando a finire questa storia.

La Signora Eva Nera messa alle corde, si è ritrovata costretta ad ammettere che questa crociata contro i videogiochi non è saltata fuori a caso quando ha preparato i cartoncini con gli argomenti per la lezione del giorno dopo; è la sua esperienza personale, con suo figlio di 15 anni che gioca anche 4, 5 ore al giorno (lol) a World of Warcraft, che dedica sempre meno tempo alla scuola e che incontra i suoi amici solo online per dedicarsi anima e corpo a quest immaginarie in un mondo fittizio!

Ero senza parole.

FUCKING WORLD OF WARCRAFT AGAIN.

Ovviamente, a quel punto non mi è restato altro da fare che cambiare idea e ritrattare tutto quello che avevo detto sino a pochi minuti prima e con il mio stupendo Tedesco de' Roma ho concluso il mio dibattito a tema con: "Ja, gerne, World of Warcraft macht die dumm Kinder sehr, sehr krank".

8 commenti:

  1. Traduco per chi non ha dimestichezza con la lingua:

    G1: WTF? LRN2TEACH!!! /SPIT! LOL! FPS FTW!

    EvaNera: Sohn = WoW Noob

    G1: owned :_(

    Nota del traduttore: il vero nerd inizia e chiude la frase con palindromi antiparalleli e ribaltamento della punteggiatura.

    Amico, sono fiero di te, e sono certo che lo è anche Supergiovane.

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  2. Ma è la traduzione del concetto! Adesso dobbiamo usare google per l'ultima frase, solo che, adesso, immaginerò per sempre il figlio della professoressa come il bambino biondo anni '80 delle barrette Kinder.
    Comunque, credo proprio che, wow o meno, per lei, sarai sempre il colpevole! E ci ha tenuto a fartelo sapere...

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  3. P.S. Stavo giocando a World of Warcraft... :-P

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  4. E questo e' quello che ha capito Google.
    Ma sicuramente anche la prof di Tedesco.



    Sì, certo, World of Warcraft, i ragazzi stupidi rende molto, molto malato

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  5. In un tempo in cui ero più estremo avrei dato ragione a te al 100%. oggi, mi sento di dire invece che come facebook o altre cose simili, vanno prese tutte nelle dosi giuste...e lo dico a malincuore perchè mai vorrei attaccare i videogiochi. Io voglio metterci di tutto in questa vita, un po' di tutto e nei tempi giusti. Ecco...tempo è la parola chiave...come sempre. E si è la risposta alla vostra domanda...stai delirando?
    PS. La vostra insegnante in Italia avrebbe un posto al ministero con 25 mensilità!

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  6. E scommetto che il figlio ovviamente, passandoci ore su ore e' anche un niubbo di proporzioni epiche, tipo nekasil o daine dei tempi migliori.

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  7. Riallacciandomi a quello che scritto Isa, anche i videogiochi come tutte le cose a questo mondo, vanno fatte con moderazione senza eccessi; almeno è quello che ho provato a spiegare in classe, fin quando è venuta a galla la verità sul figlio della prof...

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  8. Negli extra di Inception... boooooooooooom booooooooom... c'era una psicologa che stava conducendo un interessante studio sui sogni e i videogiochi. Interessante, ma ovvio.

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